30/11/2011, 00.00
CINA - VATICANO
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Ordinato il vescovo di Yibin, presente il vescovo scomunicato

Il presidente è stato mons. Chen Shizhong. Ma alla cerimonia ha preso parte anche Lei Shiyin, vescovo scomunicato di Leshan, la diocesi vicina. Controllo serrato della polizia in allerta: metal detector: vietate foto e filmati; siti internet bloccati.
Yibin (AsiaNews) – Mons. Pietro Luo Xuegang (v. foto) è stato ordinato oggi vescovo coadiutore di Yibin (Sichuan), con il mandato del papa. Alla sua ordinazione ha partecipato anche il vescovo scomunicato Paolo Lei Shiyin, contro il desiderio della Santa Sede che esige dai vescovi scomunicati di non partecipare ai riti cattolici. Temendo reazioni dai fedeli, di fronte a questo affronto, la polizia ha controllato tutta la cerimonia vietando foto, video e costringendo tutti i partecipanti a passare sotto il metal detector.

Mons. Luo, 47 anni, è il terzo vescovo della Chiesa ufficiale ad essere ordinato quest’anno con l’approvazione della Santa Sede. In giugno e luglio vi erano state però due ordinazioni senza mandato del papa, che sono state condannate con forza dal Vaticano.

A presiedere oggi il rito è stato l’anziano vescovo di Yibin, mons. Giovanni Chen Shizhong. I primi due consacranti sono stati Lei Shiyin e mons. Paolo He Zeqing di Wanzhou. Presenti anche mons. Giuseppe Li Jing di Ningxia, mons. Giovanni Battista Yang Xiaoting di Yulin  e il vescovo coadiutore di Guiyang mons. Paolo Xiao Zejiang.

Sebbene la Santa Sede e i fedeli abbiano sperato fino alla fine che Lei Shiyin non partecipasse, diverse personalità del Vaticano e non sapevano già che egli sarebbe andato e avrebbe partecipato alla consacrazione.

Lei Shiyin è compagno di studi di mons. Luo e vescovo della diocesi confinante. Egli è anche presidente dell’Associazione patriottica del Sichuan e fautore di una Chiesa “indipendente” e “patriottica”. Giorni fa aveva rilasciato un’intervista in cui ha affermato che la Chiesa in Cina “è adulta” e deve continuare il suo cammino in modo autonomo.

La sua presenza non dovrebbe inficiare l’ordinazione – che dovrebbe essere valida – dato che il presidente ordinante, mons. Chen, è in totale comunione col papa. Essa però ripropone la questione della libertà religiosa, per cui vescovi, sacerdoti e fedeli, devono sottostare a ordini statali o politici sul modo di condurre un rito religioso.

In Cina cresce sempre di più la resistenza contro l’ingerenza del Partito e del governo negli affari strettamente religiosi. Perfino autorità governative locali vorrebbero scrollarsi di dosso il peso del controllo sui cattolici.

A conferma dei timori di una qualche resistenza da parte dei fedeli, ai circa 1000 partecipanti è stato chiesto di entrare in chiesa 3 ore prima, passare sotto il metal detector ed è stato loro vietato prendere delle foto o video della cerimonia. Secondo i membri del Partito, “il Vaticano ha delle spie che, non appena termina una cerimonia, mandano le foto a Roma e nel mondo”.

Per tutta la giornata, i siti internet delle diocesi del Sichuan sono stati bloccati.

La diocesi di Yibin ha ora due vescovi, sette sacerdoti e circa 30 mila cattolici.
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