Osaka: Expo2025 al giro di boa, superati i 10 milioni di visitatori
Ridimensionato a 22 milioni l'obiettivo, soglia minima (alla portata) per coprire i costi della manifestazione. Tra i padiglioni più visitati quello dell'Italia che ospita anche la presenza della Santa Sede. Nella sua recente visita all'Expo il card. Parolin ha ricordato che "solo nella speranza troviamo un antidopo alla paura".
Milano (AsiaNews/Agenzie) - L’Esposizione Universale di Osaka 2025, inaugurata lo scorso 13 aprile e in programma fino al 13 ottobre, è da poco entrata nella seconda fase del suo percorso semestrale. L’evento si è posto obiettivi ambiziosi: il tema scelto, “Designing Future Society for Our Lives”, richiama la necessità di ripensare collettivamente un futuro sostenibile, mentre sul piano pratico l’obiettivo iniziale era quello di attrarre oltre 28 milioni di visitatori. Una cifra poi ridimensionata a 22 milioni, più in linea con i primi movimenti registrati e le partecipazioni delle ultime edizioni, quella di Milano 2015 (21 milioni) e di Dubai 2020, posticipata a causa della pandemia (24 milioni).
Il nuovo traguardo di 22 milioni è la soglia minima necessaria per pareggiare i costi dell’evento, lievitati fino a triplicarsi rispetto alle stime iniziali. Poiché l’Expo è in gran parte finanziata con i fondi pubblici, le critiche relative alle spese hanno generato malcontento e sono state accompagnate da diversi dibattiti sull’effettiva utilità di eventi come questo: tanto onerosi quanto simbolici ed eccessivamente costosi rispetto ai benefici percepiti. Tuttavia, il 12 luglio ad un passo dal giro di boa, l’evento ha raggiunto 10.8 milioni di visite, stando a quanto riportato dall’Associazione Giapponese per l’Esposizione Universale. Il giorno dell’inaugurazione erano state registrate solo 119mila presenze, ma il numero di visitatori ha iniziato a crescere dopo il primo mese, anche grazie al completamento di alcuni lavori. Il 28 giugno è stato raggiunto il picco, con circa 185mila presenze in un solo giorno. Mancano poco meno di 90 giorni e per pareggiare i bilanci sarebbero necessarie altre 11 milioni di visite, circa 119 mila al giorno. In precedenti edizioni come quelle di Milano e di Dubai, l’afflusso è aumentato nella fase finale, quindi sembra verosimile non solo il raggiungimento ma anche il possibile superamento dell’obiettivo fissato.
La dimensione internazionale e simbolica dell’evento è stata rafforzata qualche settimana fa anche dalla visita del card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, giunto in Giappone a fine giugno per la Giornata della Santa Sede all’Expo. Durante il suo intervento ha sottolineato il significato profondo del tema proposto: “In un’epoca caratterizzata da numerosi conflitti e da enormi sfide globali, il futuro è talvolta più temuto che atteso: solo nella speranza troviamo un antidoto alla paura e un incoraggiamento all’impegno e all’azione”. Si è soffermato anche sui concetti di bellezza e speranza che si ritrovano nel tema del padiglione della Santa Sede. La speranza, in particolare, “diventa un richiamo a un impegno incrollabile al dialogo e alla cooperazione, soprattutto quando tensioni e conflitti sembrano insormontabili”.
Secondo ad alcune stime riportate dal magazine giapponese Josei Jishin, il Padiglione italiano - che ospita anche quello della Santa Sede - è il più visitato grazie a quella che viene definita la sua “elevata qualità artistica”. Ad attrarre così tanti visitatori è stata la presenza di opere d’arte come l'Atlante Farnese, esposto per la prima volta in Giappone, o i capolavori di Caravaggio e Leonardo. “Ho potuto vedere opere che non si trovano nemmeno andando in Italia”, ha dichiarato uno dei visitatori. Ma, anche il padiglione stesso è stato considerato degno di visita, nonostante la lunghissima fila che ha raggiunto anche le sei ore, sia per la struttura stessa che per il giardino sulla terrazza, dalla quale è possibile guardare il tramonto e il panorama notturno.
La popolarità del padiglione italiano è seguita da quello statunitense al secondo posto e quello giapponese, al terzo.
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