30/01/2008, 00.00
THAILANDIA
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Ottimismo a tutti i costi di Sundaravej, che annuncia il nuovo governo

Il premier Samak conta di sottoporre entro domani al re la lista dei ministri. Intanto riceve auguri e congratulazioni da tutti. Ma dopo 16 mesi di governo militare i problemi da affrontare sono tanti e urgenti. Le speranze e i timori dei profughi birmani.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Mostra ottimismo Samak Sundaravej, leader del Partito per il potere del popolo e primo ministro dal 28 gennaio, che oggi annuncia che “dovremmo avere il nuovo gabinetto entro domani”, dopo avere deciso la ripartizione dei seggi tra i partiti che lo sostengono.

Nella votazione del 28 ha avuto 310 voti, contro i 163 di Abhisit Vejjajiva, leader del Partito democratico. Ha formato il governo insieme a 5 partiti minori. E’ in politica dagli anni ’60 ed è stato più volte ministro, nonché governatore di Bangkok. Chi lo conosce lo descrive come “combattivo, aggressivo e alieno da compromessi”, in molti lo ritengono degno di fiducia.

E’ però ritenuto uno stretto alleato dell’ex premier Thaksin Shinawatra, rovesciato dal golpe militare del settembre 2006, e molti pensano che questi tornerà presto dall’autoimposto esilio. Si prevede che tra i ministri ci saranno molti ex parlamentari del disciolto Partito Thai Rak Thai di Thaksin, come, ad esempio, suo cognato Somchai Wongsawat, pronosticato quale vicepremier e ministro della Cultura.

In un clima di apparente distensione Sonthi Boonyaratgli, vicepremier nella giunta militare, ha raccontato oggi di “un’amichevole telefonata” con Thaksin e ha confermato che i militari rispettano questo governo. Anche il capo dell’esercito, generale Anupong Paochinda, ha offerto il pieno sostegno dell’esercito a Samak.

Più preoccupato l’uomo della strada, che durante i 16 mesi di giunta militare ha visto aggravarsi la situazione economica e i problemi sociali del Paese.

Phrakru Palad Sopit Chotikul, monaco anziano di Wat Arun Rajavararam (il Tempio dell’Alba) ha augurato “buona fortuna” al neopremier e gli ha donato una statua del Buddha.

Gli oltre un milione di profughi dal Myanmar che vivono nel Paese, dopo essere fuggiti a 45 anni di dittatura militare, si augurano che il nuovo governo affronti i loro problemi. Than Mang, che vive nella baraccopoli di Klong Toey a Bangkok, dice che ora lavora “in nero” come carpentiere “e ho sentito dire che il nuovo governo vuole restringere questo fenomeno”. Guadagna 2,500 bath (75 dollari) al mese, un terzo della paga minima. La sua aspirazione sarebbe l’accesso a diritti-base come l’assistenza medica, la libertà di circolazione e l’istruzione pubblica.

Ko Htwe, segretario generale della Federazione dei lavoratori del trasporto internazionale, osserva che in diverse province, come Phuket, Phang Noa e Samut Sakhon, i migranti sono soggetti al coprifuoco e non possono nemmeno avere un telefono cellulare. “Il governo – dice – dovrebbe riconoscere la forza lavoro dei migranti birmani”.

La presenza nel governo di ex alleati di Thaksin è vista con favore da molti migranti, che ricordano che il partito dell’ex premier ha dedicato attenzione ai loro problemi, purché non andassero contro l'interesse prioritario per i rapporti economici con il Myanmar.

Piero Fassino, inviato speciale dell’Unione europea per il Myanmar, ha ribadito la necessità di una “stretta cooperazione” con i governi asiatici, per fare pressione sulla giunta militare birmana per il rispetto dei diritti umani. La Thailandia è un alleato chiave del Myanmar, con il quale ha importanti scambi commerciali. Ma esperti ritengono che il nuovo governo possa seguire la stessa politica di Thaksin.

 

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