17/09/2025, 13.15
VATICANO
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Papa su Gaza: 'Non ucciderai. Profonda vicinanza a popolo palestinese'

Leone XIV da San Pietro ricorda lo sfollamento di Gaza City: "Condizioni inaccettabili. Ogni persona ha sempre una dignità inviolabile, si rispetti il diritto umanitario". Messaggio ai leader religiosi radunati in Kazakistan: "Futuro di pace, fraternità e solidarietà, richiede l’impegno di tutti". Ieri l'incontro con Karekin II, Catholicos della Chiesa armena. Nella catechesi giubilare: "Dio lavora nel profondo, nel tempo lento della fiducia".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Il mondo ha bisogno di “un’alba di pace e di giustizia”. L’ha detto papa Leone XIV stamattina, parlando alle migliaia di fedeli radunati in piazza San Pietro per l’udienza generale del mercoledì. “Invito tutti a unirsi alla mia accorata preghiera”, ha affermato. Il pensiero del pontefice è anzitutto per il “popolo palestinese a Gaza, che continua a vivere nella paura e a sopravvivere in condizioni inaccettabili, costretto con la forza a spostarsi ancora una volta dalle proprie terre”. Israele ha infatti iniziato l’operazione di terra, assaltando Gaza City, prendendone il controllo per oltre il 40%. Sono migliaia le persone palestinesi in fuga, mentre l’Onu dichiara che le azioni compiute da Israele sono riconducibili al crimine di “genocidio”. 

Alle persone palestinesi di Gaza che non trovano pace, il papa ha ribadito la sua “profonda vicinanza”. Quando è stato ricordato il popolo palestinese, un applauso si è levato spontaneo dalla piazza. Prevost l’ha osservato, serio, col volto scuro e grave. “Davanti al Signore Onnipotente, che ha comandato: ‘Non ucciderai’ e al cospetto dell’intera storia umana, ogni persona ha sempre una dignità inviolabile, da rispettare e da custodire”, ha aggiunto. L’appello rinnovato oggi dal papa, condiviso dal sagrato della basilica, è per il “cessate il fuoco”, il “rilascio degli ostaggi”, per una “soluzione diplomatica negoziata”, e per il “rispetto integrale del diritto umanitario internazionale”, ha detto.

Sempre oggi papa Leone XIV ha inviato un messaggio ai partecipanti all’VIII Congresso dei Leader delle religioni mondiali e tradizionali, che si svolge fino al 18 settembre al Palazzo dell’Indipendenza di Astana, Kazakistan, e al quale è presente anche il patriarca di Mosca Kirill. Il tema dell’incontro è “Dialogo tra le religioni: sinergia per il futuro”, ed è guidato dal “desiderio comune di portare guarigione al nostro mondo frammentato e ferito”, sottolinea Prevost nel testo, condiviso in inglese. Infatti, ogni “autentico impulso religioso”, dice Prevost, favorisce “dialogo”, “cooperazione” e “solidarietà”. “La solidarietà […] è sinergia in azione: l'espressione vissuta dell'amare il prossimo come noi stessi su scala globale”, aggiunge.

La “collaborazione” che emerge dall’esperienza del Congresso in corso in Kazakistan, è “un invito ad abbracciare la diversità”, continua. La “sinergia per il futuro”, tema esplicito dell’incontro, “non è uno slogan astratto, ma una realtà viva che ha già dato i suoi frutti”, ricorda il papa. In particolare, con lo “storico” incontro dei leader religiosi ad Assisi nel 1986, voluto da papa Wojtyla: “Ha dimostrato che non può esserci pace tra le nazioni senza pace tra le religioni”. Ma anche con il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza, firmato ad Abu Dhabi nel 2019 da papa Francesco e dall’imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb: “Ha offerto un chiaro progetto su come la sinergia religiosa possa promuovere la pace e la convivenza”.

“Il futuro che immaginiamo, un futuro di pace, fraternità e solidarietà, richiede l’impegno di tutte le mani e di tutti i cuori”, continua Prevost. Un impegno che testimonia “la verità che la fede unisce più di quanto divide”. Soprattuto “quando i leader religiosi si uniscono per difendere i più vulnerabili della società, piantano alberi per prendersi cura della nostra casa comune o alzano una voce unitaria a sostegno della dignità umana”, dice. La sinergia, quindi, rappresenta “un potente segno di speranza per tutta l’umanità”. “Per la pace”. E dev’essere “‘disarmata e disarmante, umile e perseverante’, sempre alla ricerca della carità e vicina a coloro che soffrono”, spiega con le parole pronunciate l’8 maggio.

Quelli in corso sono per papa Leone XIV giorni di importanti incontri ecumenici. Ieri a Castel Gandolfo ha incontrato Karekin II, Catholicos della Chiesa apostolica armena dal 1999. La pace è stato uno dei temi dell’incontro: il patriarca gli ha parlato della condizione delle persone armene della Repubblica dell’Artsakh, Stato mai riconosciuto dalla comunità internazionale nella regione storicamnte contesa del Nagorno-Karabach, annessa dall’Azerbaijan nel 2023 dopo un violento attacco che ha causato la fuga di oltre 100mila persone verso Erevan. L'Artsakh e gli accordi di pace firmati con Baku sono uno dei principali motivi dello scontro che vede la Chiesa armena opporsi oggi all'attuale governo di Erevan, guidato da Nikol Pashynian. Karekin II incontrò già Giovanni Paolo II nel 2000 a Roma, che si recò in Armenia nel 2001 per i 1700 anni dalla dichiarazione del Cristianesimo come religione di Stato. Incontrò anche Benedetto XVI e Francesco, che nel primo Paese cristiano del mondo si recò nel 2016. E che negli anni successivi condivise appelli per ristabilire la pace, dopo gli attacchi di Baku contro il Nagorno-Karabakh. 

Stamane, in piazza San Pietro, Leone XIV, nel giorno del suo onomastico (memoria di San Roberto Bellarmino), ha letto la catechesi che si inserisce nel ciclo giubilare sul tema “Gesù Cristo nostra speranza”. Al centro del testo “il mistero del Sabato Santo” e la morte di Gesù. La sua “assenza”, mentre si trova nel sepolcro, “non è un vuoto: è attesa, pienezza trattenuta, promessa custodita nel buio”, ha detto. Si tratta di “un silenzio gravido di senso”. Nel capire ciò si comprende che “Dio lavora nel profondo, nel tempo lento della fiducia”, ha aggiunto il pontefice. “La speranza cristiana non nasce nel rumore, ma nel silenzio di un’attesa abitata dall’amore. Non è figlia dell’euforia, ma dell’abbandono fiducioso”.

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