21/11/2017, 12.59
VATICANO
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Papa: Contro la colonizzazione culturale e ideologica, la medicina è il martirio

Alla messa nella casa santa Marta, papa Francesco mette in guardia da ciò che viene spacciato come “novità” e che invece distrugge tradizioni, storia, religione di un popolo. Il martire Eleazaro si fa “radice” per i giovani e per il futuro del suo popolo.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Contro “le colonizzazioni ideologiche e culturali” che “fare tutti uguali e cancellare le differenze”, “c’è una medicina: la testimonianza, cioè il martirio”. È quanto ha sottolineato papa Francesco nella messa celebrata nella casa santa Marta stamane, commentando le letture della messa di oggi, che ricorda il martirio di Eleazaro nel Libro dei Maccabei (6,18-31).

Il papa ha fatto anzitutto notare che accanto alle persecuzioni “religiose” o “politiche” vi sono le persecuzioni “culturali”, come quella narrata nel testo biblico a proposito di Antioco Epifane che introduce nella terra del popolo ebraico “le istituzioni pagane delle nazioni”. E’ “una nuova cultura che vuole fare tutto nuovo e fa piazza pulita delle tradizioni, della storia, anche della religione di un popolo”. La persecuzione nata da una colonizzazione ideologica va avanti sempre così: distrugge, “fa tutto uguale, non è capace di tollerare le differenze”.

Ma per difendere le “vere tradizioni” del popolo, nascono alcune resistenze, come quella di Eleazaro, uomo dignitoso, molto rispettato, e proprio il Libro dei Maccabei racconta la storia di questi martiri, di questi eroi.

Il pontefice continua a spiegare: “Questo è il cammino delle colonizzazioni culturali che finiscono per perseguitare anche i credenti. Ma non dobbiamo andare troppo lontano per vedere alcuni esempi: pensiamo ai genocidi del secolo scorso, che era una cosa culturale, nuova: ‘Tutti uguali e questi che non hanno il sangue puro fuori e questi’… Tutti uguali, non c’è posto per le differenze, non c’è posto per gli altri, non c’è posto per Dio. È la radice perversa. Davanti a queste colonizzazioni culturali che nascono dalla perversità di una radice ideologica, Eleazaro, lui stesso, si fa radice”.

Eleazaro muore pensando ai giovani, lasciando loro un nobile esempio, “dà la vita, per amore a Dio e alla legge e si fa radice per il futuro”. Quindi, davanti a quella radice perversa che produce questa colonizzazione ideologica e culturale, “c’è quest’altra radice che dà la vita per far crescere il futuro”.

Eleazaro dà la testimonianza della vita pensando all’eredità che darà con il suo esempio: “Io vivo così. Sì, dialogo con quelli che pensano altrimenti ma la mia testimonianza è così, secondo la legge di Dio”. Eleazaro non pensa a lasciare del denaro o altro ma pensa al futuro, “all’eredità della propria testimonianza”, a quella testimonianza che sarebbe stata “per i giovani una promessa di fecondità”.

Ciò che era giunto con Antioco Epifane – spiega Francesco -  era una “novità”, ma “bisogna discernere le novità. Questa novità è del Signore, viene dallo Spirito Santo, viene dalla radice di Dio o questa novità viene da una radice perversa? Ma, prima, sì, era peccato non si poteva uccidere i bambini; ma oggi si può, non c’è tanto problema, è una novità perversa. Ieri, le differenze erano chiare, come ha fatto Dio, la creazione si rispettava; ma oggi siamo un po’ moderni… tu fai… tu capisci … le cose non sono tanto differenti… e si fa una mescolanza di cose”.

Grazie alla sua testimonianza, Eleazaro “si fa radice per dare la vita agli altri”. E il papa conclude pregando che il suo esempio “ci aiuti nei momenti forse di confusione davanti alle colonizzazioni culturali e spirituali che ci vengono proposte”.

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