Papa: Dio non esclude nessuno, vede in ognuno un’anima da salvare
Commentando, prima dell’Angelus, l’episodio evangelico della conversione di Zaccheo, Benedetto XVI evidenzia la “immesa misericordia” di Dio, che “non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi umani, ma vede in ognuno un’anima da salvare ed è attratto specialmente da quelle che sono giudicate perdute e che si considerano esse stesse tali”. Il ricordo del vescovo romeno Szilárd Bogdánffy, morto in carcere sotto il regime comunista, proclamato beato ieri.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Dio “non esclude nessuno, né poveri né ricchi”, non è condizionato dai pregiudizzi umani e vuole la salvezza di ogni anima; per questo nella vita terrena di Gesù sono numerosi gli episodi che mostrano la “immensa misericordia” di Dio. Così è nella viceda di Zaccheo, raccontato oggi dal Vangelo, illustrato da Benedetto XVI prima della recita dell’Angelus.
Alle almeno 50mila persone, tra le quali migliaia di ragazzi e di giovani dell’Azione cattolica, presenti in piazza san Pietro, malgrado la giornata pioviggionosa, il Papa ha detto che “Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi umani, ma vede in ognuno un’anima da salvare ed è attratto specialmente da quelle che sono giudicate perdute e che si considerano esse stesse tali”. E “Gesù Cristo, incarnazione di Dio, ha dimostrato questa immensa misericordia, che non toglie nulla alla gravità del peccato, ma mira sempre a salvare il peccatore, ad offrirgli la possibilità di riscattarsi, di ricominciare da capo, di convertirsi”.
E’ l’insegnamento che il Papa ha tratto dalla vicenda di Zaccheo, narrata dall’evangelista Luca, che “riserva una particolare attenzione al tema della misericordia di Gesù. Nella sua narrazione, infatti, troviamo alcuni episodi che mettono in risalto l’amore misericordioso di Dio e di Cristo, il quale afferma di essere venuto a chiamare non i giusti, ma i peccatori (cfr Lc 5,32). Tra i racconti tipici di Luca vi è quello della conversione di Zaccheo, che si legge nella liturgia di questa domenica. Zaccheo è un ‘pubblicano’, anzi, il capo dei pubblicani di Gerico, importante città presso il fiume Giordano. I pubblicani erano gli esattori dei tributi che i Giudei dovevano pagare all’Imperatore romano, e già per questo motivo erano considerati pubblici peccatori. Per di più, approfittavano spesso della loro posizione per estorcere denaro alla gente. Per questo Zaccheo era molto ricco, ma disprezzato dai suoi concittadini. Quando dunque Gesù, attraversando Gerico, si fermò proprio a casa di Zaccheo, suscitò uno scandalo generale. Il Signore, però, sapeva molto bene quello che faceva. Egli, per così dire, ha voluto rischiare, e ha vinto la scommessa: Zaccheo, profondamente colpito dalla visita di Gesù, decide di cambiare vita, e promette di restituire il quadruplo di ciò che ha rubato. ‘Oggi per questa casa è venuta la salvezza’, dice Gesù, e conclude: ‘Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto’.
“Zaccheo – laconclusione del Papa - ha accolto Gesù e si è convertito, perché Gesù per primo aveva accolto lui! Non lo aveva condannato, ma era andato incontro al suo desiderio di salvezza. Preghiamo la Vergine Maria, modello perfetto di comunione con Gesù, affinché anche noi possiamo sperimentare la gioia di essere visitati dal Figlio di Dio, di essere rinnovati dal suo amore, e trasmettere agli altri la sua misericordia”.
Dopo la recita della preghiera mariana, Benedetto XVI ha ricordato che “ieri, nella cattedrale di Oradea Mare in Romania, il cardinale Peter Erdö ha proclamato beato Szilárd Bogdánffy, vescovo e martire. Nel 1949 - ha ricordato il Papa - quando aveva 38 anni, egli fu consacrato vescovo in clandestinità e quindi arrestato dal regime comunista del suo Paese, la Romania, con l’accusa di cospirazione. Dopo quattro anni di sofferenze e umiliazioni, morì in carcere. Rendiamo grazie a Dio per questo eroico Pastore della Chiesa che ha seguito l’Agnello fino alla fine! La sua testimonianza conforti quanti anche oggi sono perseguitati a causa del Vangelo”.
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