24/03/2008, 00.00
VATICANO
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Papa: i missionari martiri, stimolo per tutta la Chiesa

Da Castel Gandolfo, dove si e’ recato per una settimana di riposo, il Papa ricorda la Giornata di preghiera e di digiuno per i missionari martiri, che ricorre proprio oggi, ed invita i cristiani a testimoniare in modo sempre più coraggioso la fede e la speranza in Colui che sulla Croce ha vinto per sempre il potere dell’odio e della violenza con l’onnipotenza del suo amore.
Roma (AsiaNews) – Alla luce della Risurrezione di Cristo “acquista particolare valore il ricordo e la preghiera per i missionari martiri caduti durante il 2007 mentre svolgevano il loro servizio missionario. E’ un dovere di gratitudine per tutta la Chiesa ed uno stimolo per ciascuno di noi”. Lo ha detto oggi Benedetto XVI dopo la recita del Regina Caelis, in occasione dell’annuale Giornata di preghiera e di digiuno per i missionari martiri. Questa ricorre proprio oggi, in occasione dell’anniversario del martirio di mons. Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador. La Giornata, di solito dedicata alla preghiera ed al digiuno, cade nel primo giorno dopo Pasqua. Il Papa, molto spiritosamente, ha consigliato visto il clima di festa, a non digiunare ma a pregare: “Ricordare e pregare, forse non digiunare, per questi nostri fratelli e sorelle – vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici – caduti lungo il 2007, mentre svolgevano il loro servizio missionario è un dovere di gratitudine per tutta la Chiesa e uno stimolo per ciascuno di noi a testimoniare in modo sempre più coraggioso la nostra fede e la nostra speranza in Colui che sulla Croce ha vinto per sempre il potere dell’odio e della violenza con l’onnipotenza del suo amore”. Prima della preghiera, che sostituisce l’Angelus nel tempo pasquale, il Papa ha ricordato che “nella solenne Veglia pasquale è tornato a risuonare, dopo i giorni della Quaresima, il canto dell’Alleluia, parola ebraica universalmente nota, che significa "Lodate il Signore". Nei giorni del tempo pasquale questo invito alla lode rimbalza di bocca in bocca, di cuore in cuore. Riecheggia a partire da un avvenimento assolutamente nuovo: la morte e risurrezione di Cristo. L’alleluia è sbocciato nei cuori dei primi discepoli e discepole di Gesù in quel mattino di Pasqua, a Gerusalemme” Da quella stessa esperienza, riprende Benedetto XVI, “deriva anche la preghiera che noi recitiamo quest’oggi e ogni giorno del tempo pasquale al posto dell’Angelus: l’antifona mariana Regina Caeli. Il testo è breve e ha la forma diretta di un annuncio: è come una nuova "annunciazione" a Maria, fatta questa volta non da un angelo, ma dai cristiani che invitano la Madre a rallegrarsi perché il suo Figlio, da lei portato nel grembo, è risorto come aveva promesso”. E’ auspicabile, continua il Papa, “che l’alleluia pasquale si imprima profondamente anche in noi, così che non sia soltanto una parola, ma l’espressione della nostra stessa vita: l’esistenza di persone che invitano tutti a lodare il Signore e lo fanno con il loro comportamento da "risorti". "Prega il Signore per noi", diciamo a Maria, affinché Colui che, nella risurrezione del suo Figlio, ha ridato la gioia al mondo intero, ci conceda di godere di questa gioia ora e nella vita senza fine”. In conclusione, Benedetto XVI ha ricordato la Giornata Mondiale per la Lotta contro la Tubercolosi e si e’ detto “particolarmente vicino ai malati e alle loro famiglie. Auspico che cresca l’impegno a livello mondiale per debellare questo flagello. Il mio appello si rivolge soprattutto alle istituzioni cattoliche, affinché quanti soffrono possano riconoscere, attraverso la loro opera, il Signore Risorto che dona ad essi guarigione, conforto e pace”.
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