05/04/2016, 11.50
VATICANO
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Papa: le comunità cristiane debbono vivere in “armonia”, non in “tranquillità”

La prima è “una grazia interiore che soltanto può farla lo Spirito Santo”, la seconda è una armonia “negoziata”, “ipocrita”, nella quale è forte il posto del denaro. “Quando c’è armonia nella Chiesa, nella comunità, c’è il coraggio, il coraggio di dare testimonianza del Signore Risorto”.

 

Città del Vaticano (AsiaNews) – L’armonia non va confusa con la tranquillità: la prima è “una grazia interiore che soltanto può farla lo Spirito Santo” e che dovrebbe  regnare in una comunità cristiana, la seconda è una armonia “negoziata”, “ipocrita”, nella quale è forte il posto del denaro. L’ha detto papa Francesco all’omelia della messa celebrata stamattina a Casa santa Marta, prendendo spunto dal brano degli Atti, nel quale Barnaba vende il suo campo e ne consegna agli Apostoli il ricavato.

“Noi – ha detto - possiamo fare accordi, una certa pace… ma l’armonia è una grazia interiore che soltanto può farla lo Spirito Santo. E queste comunità, vivevano in armonia. E i segni dell’armonia sono due: nessuno ha bisogno, cioè tutto era comune. In che senso? Avevano un solo cuore, una sola anima e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Nessuno infatti tra loro era bisognoso. La vera ‘armonia’ dello Spirito Santo ha un rapporto molto forte con il denaro: il denaro è nemico dell’armonia, il denaro è egoista. E per questo, il segno che dà è che tutti davano il loro perché non ci fossero i bisognosi”.

Ma dopo l’esempio virtuoso offerto da Barnaba, i versetti immediatamente successivi, non compresi dalla lettura, offrono un altro episodio opposto al primo: quello di Anania e Safira, una coppia che finge di dare quanto guadagnato dalla vendita di un campo, in realtà trattenendo per sé una parte del denaro – scelta che avrà per loro un prezzo amarissimo, la morte. Dio e il denaro sono due padroni “il cui servizio è irriconciliabile”, ripete Francesco, che subito dopo fa chiarezza anche di un equivoco che potrebbe insorgere sul concetto di “armonia”. Non va confusa, afferma, con la “tranquillità”. “Una comunità può essere molto tranquilla, andare bene: le cose vanno bene… Ma non è in armonia. Una volta ho sentito dire da un vescovo una cosa saggia: ‘Nella diocesi c’è tranquillità. Ma se tu tocchi questo problema... o questo problema... o questo problema, subito scoppia la guerra’. Un'armonia negoziata, sarebbe questa, e questa non è quella dello Spirito. E’ un’armonia – diciamo – ipocrita, come quella di Anania e Safira con quello che hanno fatto”.

Francesco ha concluso invitando alla rilettura degli Atti degli Apostoli sui primi cristiani e la loro vita in comune. “Ci farà bene” per capire come testimoniarne la novità in tutti gli ambienti in cui si vive. Sapendo che come per l’armonia, anche nell’impegno dell’annuncio si coglie il segno di un altro dono. “L’armonia dello Spirito Santo ci dà questa generosità di non avere niente come proprio, mentre ci sia un bisognoso. L’armonia dello Spirito Santo ci dà un secondo atteggiamento: ‘Con grande forza, gli apostoli davano testimonianza della Resurrezione del Signore Gesù, e tutti godevano di grande favore’, cioè il coraggio. Quando c’è armonia nella Chiesa, nella comunità, c’è il coraggio, il coraggio di dare testimonianza del Signore Risorto”.

 

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