12/04/2023, 10.43
VATICANO
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Papa: non si annuncia il Vangelo con le battaglie on line

All’udienza generale Francesco ha messo in guardia dai pericoli di un falso zelo, figlio della propria vanagloria. Nel ricordo dei 60 anni dell’enciclica “Pacem in Terris” di Giovanni XXIII il pontefice ne ha sottolineato l’attualità, invitando anche i capi di governo a trarne ispirazione.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Non si annuncia il Vangelo da fermi, chiusi in un ufficio, alla scrivania o al computer facendo polemiche come ‘leoni da tastiera’ e surrogando la creatività dell’annuncio con il copia-e-incolla di idee prese qua e là”. Lo ha detto questa mattina papa Francesco rivolgendosi ai fedeli riuniti in piazza San Pietro per il consueto appuntamento dell’udienza generale del mercoledì.

Proseguendo la riflessione su san Paolo come esempio nell’evangelizzazione, il pontefice ha ricordato come l’apostolo non ignorasse “il pericolo di uno zelo distorto, orientato in una direzione sbagliata; in questo pericolo era caduto lui stesso prima della caduta provvidenziale sulla via di Damasco”. Citando un versetto della lettera ai Galati (Gal 4,17) Francesco ha invitato a guardarsi da “una premura mal orientata, accanita nell’osservanza di norme puramente umane e obsolete per la comunità cristiana. Si può millantare un falso slancio evangelico mentre si sta inseguendo in realtà la vanagloria o le proprie convinzioni”. 

“Lo zelo evangelico - ha proseguito il papa - è l’appoggio su cui si basa l’annuncio, e gli annunciatori sono un po’ come i piedi del corpo di Cristo che è la Chiesa. Non c’è annuncio senza movimento, senza 'uscita', senza iniziativa. Il Vangelo si annuncia muovendosi, camminando, andando”.

Paolo parla dello zelo come di una “calzatura” del discepolo, perché “chi va ad annunciare si deve muovere, deve camminare”. E citando l’analogia con l’armatura in battaglia, diventa anche “l’appoggio” anche sui terreni più insidiosi. “Un annunciatore - ha commentato il papa - sa che il Signore passa in modo sorprendente; deve quindi essere libero da schemi e predisposto ad un’azione inaspettata e nuova. Chi annuncia il Vangelo non può essere fossilizzato in gabbie di plausibilità o nel ’si è sempre fatto così’”. È pronto a “non lasciarsi sfuggire le occasioni per promulgare l’annuncio del Vangelo di pace, quella pace che Cristo sa dare più e meglio di come la dà il mondo”. 

Salutando i gruppi di pellegrini presenti il pontefice ha poi ricordato il sessantesimo anniversario della promulgazione dell’enciclica “Pacem in Terris” di Giovanni XXIII, che cade in questi giorni. “Nel pieno della tensione tra i due blocchi contrapposti nella cosiddetta guerra fredda- ha detto Francesco - il papa aprì davanti a tutti l’orizzonte ampio in cui poter parlar di pace e costruire la pace, il disegno di Dio sul mondo e la sua famiglia umana”. Invitando tutti i fedeli a rileggere questo testo attualissimo, ne ha citato il numero 114 in cui papa Giovanni scriveva: “I rapporti fra le comunità politiche, come quelli fra i singoli esseri umani, vanno regolati non facendo ricorso alla forza delle armi, ma nella luce della ragione; e cioè nella verità, nella giustizia, nella solidarietà operante”. “Prego perché i capi delle nazioni se ne lascino ispirare nei progetti e nelle decisioni”, ha aggiunto Francesco che anche oggi non ha mancato di esortare a pregare “per la martoriata Ucraina”.

Infine - guardando alla domenica della Divina misericordia che si celebra domenica prossima – ha invitato a pensare “alla misericordia di Dio che sempre ci accoglie e ci accompagna”.

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