05/11/2006, 00.00
VATICANO
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Papa: porre fine alla violenza a Gaza e riavviare un dialogo serio e concreto

Appello di Benedetto XVI a israeliani, palestinesi e quanti hanno responsabilità nella regione. Prima dell'Angelus, il Papa invita a rilettere sul senso cristiano della morte, che la società del benesswere cerca di rimuovere: da temere non è quella fisica, ma quella dell'anima.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Israeliani, palestinesi e "le nazioni che hanno una particolare responsabilità nella Regione" facciano finire la violenza che da giorni colpisce Gaza. Forte appello di Benedetto XVI che, dopo la recita dell'Angelus ha chiesto aiuto per le vittime degli scontri ed una ripresa di un dialogo "diretto, serio e concreto".

Alle 20mila persone presenti in piazza San Pietro in una giornata redda e nuvolosa, il Papa ha anche ricordato il senso cristiano della morte che, dopo la venuta di Gesù, non deve fare più paura sul piano fisico. "La vera morte, che invece bisogna temere, è quella dell'anima, che l'Apocalisse chiama 'seconda morte'  (cfr Ap 20,14-15; 21,8). Infatti chi muore in peccato mortale, senza pentimento, chiuso nell'orgoglioso rifiuto dell'amore di Dio, si autoesclude dal regno della vita".

Il Papa ha preso spunto dalla commemorazione liturgica dei fedeli defunti, che ha definito "un'occasione propizia per ricordare nella preghiera i nostri cari e meditare sulla realtà della morte, che la cosiddetta 'civiltà del benessere' cerca spesso di rimuovere dalla coscienza della gente, tutta presa dalle preoccupazioni della vita quotidiana. Il morire, in realtà, - ha aggiunto - fa parte del vivere, e questo non solo alla fine, ma, a ben vedere, in ogni istante. Nonostante tutte le distrazioni, però, la perdita di una persona cara ci fa riscoprire il "problema", facendoci sentire la morte come una presenza radicalmente ostile e contraria alla nostra naturale vocazione alla vita e alla felicità".

"Gesù – ha sottolineato poi Benedetto XVI - ha rivoluzionato il senso della morte. Lo ha fatto con il suo insegnamento, ma soprattutto affrontando Lui stesso la morte. 'Morendo ha distrutto la morte', ripete la Liturgia nel tempo pasquale". "In ultima analisi, - ha osservato il Papa - Egli è nato per poter morire, e così liberare noi dalla schiavitù della morte".

"Chi si impegna a vivere come Lui – ha rilevato Benedetto XVI - viene liberato dalla paura della morte, che non mostra più il ghigno beffardo di una nemica ma, come scrive san Francesco nel Cantico delle creature, il volto amico di una 'sorella', per la quale si può anche benedire il Signore: 'Laudato si', mi' Signore, per sora nostra morte corporale'. Della morte del corpo non c'è da aver paura, ci ricorda la fede, perché è un sonno da cui saremo un giorno risvegliati".

"Per intercessione di Maria Santissima e di San Giuseppe – ha concluso -  invochiamo dal Signore la grazia di prepararci serenamente a partire da questo mondo, quando Egli vorrà chiamarci, nella speranza di poter dimorare eternamente con Lui, in compagnia dei santi e dei nostri cari defunti".

Della drammatica situazione di Gaza, il Papa ha parlato dopo la recita della preghiera mariana, esprimeno la "viva preoccupazione" con la quale segue le notizie "sul grave deteriorarsi della situazione". Benedetto XVI ha espresso "vicinanza alle popolazioni civili che soffrono le conseguenze degli atti di violenza. Vi chiedo – ha aggiunto - di unirvi alla mia preghiera, perché Dio onnipotente e misericordioso illumini le Autorità israeliane e palestinesi, come pure quelle delle Nazioni che hanno una particolare responsabilità nella Regione, affinché si adoperino per far cessare lo spargimento di sangue, moltiplicare le iniziative di soccorso umanitario e favorire la ripresa immediata di un negoziato diretto, serio e concreto".

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