18/07/2021, 12.37
VATICANO
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Papa: servono riposo e preghiera, non passare dalle corse del lavoro a quelle delle ferie

“Abbiamo bisogno di una ‘ecologia del cuore’”. “Non basta ‘staccare la spina’, occorre riposare davvero. E per farlo, bisogna ritornare al cuore delle cose: fermarsi, stare in silenzio, pregare”. Vicinanza alle popolazioni di Germania, Belgio e Olanda colpite dalle inondazioni e a quelle di Sudafrica e Cuba ferite da violenze.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Abbiamo bisogno di una ‘ecologia del cuore’, che si compone di riposo, contemplazione e compassione”. E’ l’esortazione che un papa Francesco apparso ancora un po’ stanco ha rivolto ad alcune migliaia di persone presenti in piazza san Pietro per la recita dell’Angelus, al termine del quale egli ha ricordato le popolazioni di Germania, Belgio e Olanda colpite dalle inondazioni e quelle di Sudafrica e Cuba ferite da violenze.

Riposo, dunque, nelle parole di Francesco non è solo “staccare la spina”, “occorre riposare davvero”, tornando “al cuore delle cose: fermarsi, stare in silenzio, pregare, per non passare dalle corse del lavoro a quelle delle ferie”. “Impariamo a sostare, a spegnere il telefonino, a contemplare la natura, a rigenerarci nel dialogo con Dio”.

Il Papa ha commentato il passo del Vangelo di oggi (Mc 6,30-34) nel quale Gesù invita gli apostoli di rientro dalle loro missioni a “riposare un po’”. “Così facendo, Gesù ci dà un insegnamento prezioso. Anche se gioisce nel vedere i suoi discepoli felici per i prodigi della predicazione, non si dilunga in complimenti e domande, ma si preoccupa della loro stanchezza fisica e interiore”. “Li vuole mettere in guardia da un pericolo, che è sempre in agguato anche per noi: lasciarsi prendere dalla frenesia del fare, cadere nella trappola dell’attivismo, dove la cosa più importante sono i risultati che otteniamo e il sentirci protagonisti assoluti. Quante volte accade anche nella Chiesa: siamo indaffarati, corriamo, pensiamo che tutto dipenda da noi e, alla fine, rischiamo di trascurare Gesù”. “Per questo Egli invita i suoi a riposare un po’ in disparte, con Lui. Non è solo riposo fisico, è anche riposo del cuore. Perché non basta ‘staccare la spina’, occorre riposare davvero. E per farlo, bisogna ritornare al cuore delle cose: fermarsi, stare in silenzio, pregare, per non passare dalle corse del lavoro a quelle delle ferie”.

“Gesù non si sottraeva ai bisogni della folla, ma ogni giorno, prima di ogni cosa, si ritirava in preghiera, in silenzio, nell’intimità con il Padre. Il suo tenero invito – riposatevi un po’ – dovrebbe accompagnarci: guardiamoci dall’efficientismo, fermiamo la corsa frenetica che detta le nostre agende. Impariamo a sostare, a spegnere il telefonino, a contemplare la natura, a rigenerarci nel dialogo con Dio”.

Tuttavia, il Vangelo narra che Gesù e i discepoli non possono riposare come vorrebbero. La gente li trova e accorre da ogni parte. “A quel punto il Signore si muove a compassione. Ecco il secondo aspetto: la compassione. Che è lo stile di Dio”.

“Commosso, Gesù si dedica alla gente e riprende a insegnare (cfr vv. 33-34). Sembra una contraddizione, ma in realtà non lo è. Infatti, solo il cuore che non si fa rapire dalla fretta è capace di commuoversi, cioè di non lasciarsi prendere da sé stesso e dalle cose da fare e di accorgersi degli altri, delle loro ferite, dei loro bisogni. La compassione nasce dalla contemplazione. Se impariamo a riposare davvero, diventiamo capaci di compassione vera; se coltiviamo uno sguardo contemplativo, porteremo avanti le nostre attività senza l’atteggiamento rapace di chi vuole possedere e consumare tutto; se restiamo in contatto con il Signore e non anestetizziamo la parte più profonda di noi, le cose da fare non avranno il potere di toglierci il fiato e di divorarci. Abbiamo bisogno di una ‘ecologia del cuore’, che si compone di riposo, contemplazione e compassione. Approfittiamo del tempo estivo per questo! E ora, preghiamo la Madonna, che ha coltivato il silenzio, la preghiera e la contemplazione, e si muove sempre a tenera compassione per noi suoi figli”.

E’ dopo la recita della preghiera mariana che Francesco ha espresso vicinanza alle popolazioni di Germania, Belgio e Olanda. “Il Signore – ha proseguito - accolga defunti e conforti i familiari, sostenga l’impegno di tutti nel soccorrere chi ha subito gravi danni".

"In quest’ultima settimana - ha detto poi - sono giunte, purtroppo, notizie di episodi di violenza che hanno aggravato la situazione di tanti nostri fratelli del Sudafrica, già colpiti da difficoltà economiche e sanitarie a causa della pandemia. Unitamente ai vescovi del Paese, rivolgo un accorato appello a tutti i responsabili coinvolti, perché lavorino per la pace e collaborino con le autorità per fornire assistenza ai bisognosi. Che non sia dimenticato il desiderio che ha guidato il popolo del Sudafrica per rinascere nella concordia tra tutti i suoi figli".

“Sono anche vicino – ha detto infine - al caro popolo cubano in questi momenti difficili. In particolare alle famiglie che maggiormente soffrono. Prego il Signore che lo aiuti a costruire in pace dialogo e solidarietà una società sempre più giusta e fraterna. Esorto tutti i cubani ad affidarsi alla materna protezione della Madonna della Caridad del Cobre”.

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