22/03/2016, 15.58
VATICANO - BELGIO
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Attentati Bruxelles: Papa, vicino alle vittime, condanna la violenza cieca

Messaggio di Francesco. Per Al- Azhar “questi crimini efferati violano gli insegnamenti di tolleranza dell'Islam”. Esplosioni all’aeroporto e nella metro hanno provocato 34 morti e quasi 200 feriti. La testimonianza di un libanese: “Per 20 minuti siamo rimasti fuori, senza sapere cosa fare… Non c’era niente, né polizia, né ambulanze”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Il Papa è vicino nella preghiera a coloro che hanno perso la vita negli attentati di Bruxelles e rinnova la sua condanna per la “violenza cieca” che provoca tanto dolore .

Nel messaggio di cordoglio a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin,  inviato all’arcivescovo di Malines-Bruxelles, mons. Jozef De Kesel, si legge infatti che “saputo degli attentati avvenuti a Bruxelles, che hanno colpito numerose persone, Sua santità papa Francesco affida alla misericordia di Dio coloro che hanno perso la vita e si unisce nella preghiera al dolore dei loro parenti. Esprime la sua profonda vicinanza ai feriti e alle loro famiglie, come anche a tutte le persone che contribuiscono ai soccorsi e chiede al Signora di dare loro conforto e consolazione nella prova. Il Santo Padre condanna nuovamente la violenza cieca che diffonde tanta violenza e chiedendo a Dio il dono della pace, invoca sulle famiglie colpite e sul Belgio il beneficio delle Benedizioni divine”.

Contro gli attentati, oltre che esponenti del mondo politico e civile, si è espressa anche Al-Azhar, massima  espressione del mondo sunnita. In un comunicato, essa  “condanna con forza questi attacchi terroristici. Questi crimini efferati violano gli insegnamenti di tolleranza dell'Islam”.

Gli attentati dei quali si parla sono avvenuti questa mattina. Il primo alle 8 con due esplosioni nell'area imbarchi per gli Usa dell'aeroporto di Bruxelles, che secondo il ministro belga della Sanità, Maggie de Block avrebbero provocato 14 morti e 81 feriti. Un’ora dopo, un'altra esplosione nella fermata della metropolitana di Maalbek, vicino alle sedi della Commissione europea e del Consiglio europeo, che avrebbe causato 20 morti e oltre cento feriti nell'attentato nella metro a Maelbeek.

Gli attentati hanno reso Bruxelles una città chiusa: chiuso l’aeroporto, con conseguenze su tutto il traffico aereo europeo, chiuse le stazioni della metropolitana, fermi i mezzi pubblici, traffico privato quasi paralizzato, blindati in strada.

Una drammatica ricostruzione dell’avvenuto è stata data da un ricercatore libanese,  Kassem, che era all’aeroporto e si preparava a partire. “Sono arrivato alle 7.50, l’esplosione è avvenuta 10 minuti dopo, nel salone delle partenze. Non ho capito subito ciò che era accaduto. Tutti hanno cominciato a gridare. Ho visto cadere una parte del soffitto, non avevamo ancora capito che era una bomba. Abbiano cominciato a correre verso l’uscita, a spingerci. Quando sono arrivato fuori c’è stata la seconda esplosione. Era più forte è i pezzi di vetro hanno cominciato a caderci addosso. Fuori erano tutti sono shock : vedevo le persone piangere, gridare, vedevo dei feriti. Per 20 minuti siamo rimasti fuori, senza sapere cosa fare… Non c’era niente, né polizia, né ambulanze. Abbiamo cominciato a camminare, siamo scesi nel parcheggio, ci seguivamo l’un l’altro, nessuno ci ha dato delle indicazioni. Dopo sono arrivati polizia, soldati, ambulanze. Hanno proseguito l’evacuazione e bloccato gli accessi all’aeroporto”.

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