07/09/2022, 10.51
VATICANO
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Papa: sono vicino alle sofferenze delle madri dei detenuti

Nell'udienza generale un pensiero e una preghiera di Francesco per le donne afflitte per i figli, ricordando anche i tanti suicidi negli istituti di pena. Proseguendo la catechesi sul discernimento iniziata la scorsa settimana il pontefice ha invitato a leggere le vite dei santi perché "le loro azioni parlano alle nostre vite e ci aiutano a comprenderne il significato".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Un pensiero e una preghiera per le madri dei giovani detenuti “perché non venga loro meno la speranza”. Lo ha rivolto questa mattina papa Francesco da piazza San Pietro, durante l’udienza generale del mercoledì. Ricordando ai gruppi presenti la festa della Natività di Maria che la Chiesa celebra domani, il pontefice ha spiegato come la Madonna abbia “sperimentato la tenerezza di Dio come figlia, piena di grazia, per poi donarla come Madre attraverso l’unione alla missione del figlio Gesù. Per questo - ha aggiunto - desidero esprimere la mia vicinanza a tutte le madri e in modo speciale a quelle che hanno figli sofferenti, figli malati, emarginati, carcerati”. Proprio a queste ultime ha invitato a rivolgere una preghiera particolare: “Purtroppo nelle carceri sono tante le persone che si tolgono la vita, a volte anche giovani. L’amore di una madre può preservare da questo pericolo. La Madonna consoli tutte le madri afflitte per la sofferenza dei figli”.

In precedenza - proseguendo il nuovo ciclo di catechesi sul tema del discernimento, iniziato la scorsa settimana – il pontefice aveva preso spunto oggi per la sua riflessione da un episodio della vita di sant’Ignazio di Loyola, il fondatore dei gesuiti, figura di riferimento per la riflessione su questa dimensione spirituale. Mentre si trovava a casa convalescente, dopo essere stato ferito in battaglia a una gamba, chiede qualcosa da leggere per scacciare la noi. “Lui amava i racconti cavallereschi - ha ricordato Francesco - ma in casa si trovano solo vite di santi. Un po’ a malincuore si adatta, ma nel corso della lettura comincia a scoprire un altro mondo, un mondo che lo conquista e sembra in concorrenza con quello dei cavalieri. Resta affascinato dalle figure di san Francesco e san Domenico e sente il desiderio di imitarli”.

Da qui il papa ha tratto una caratteristica importante: “C’è una storia - ha sottolineato - che precede chi discerne, una storia che è indispensabile conoscere perché il discernimento non è una sorta di oracolo o di fatalismo, come gettare la sorte su due possibilità. Le grandi domande sorgono quando nella vita abbiamo già fatto un tratto di strada, ed è a quel percorso che dobbiamo tornare per capire cosa stiamo cercando. Ignazio fa la sua prima esperienza di Dio ascoltando il proprio cuore, che gli mostra un ribaltamento curioso: le cose a prima vista attraenti lo lasciano deluso e in altre, meno brillanti, avverte una pace che dura nel tempo”.

"Noi - ha proseguito Francesco - ascoltiamo la televisione, la radio, il telefonino, siamo maestri dell’ascolto, ma ti domando: tu sai ascoltare il tuo cuore?". E riprendendo l'esempio di Ignazio il pontefice ha invitato i fedeli a "leggere le vite dei santi, perché mostrano in modo narrativo e comprensibile lo stile di Dio nella vita di persone non molto diverse da noi. Le loro azioni parlano alle nostre e ci aiutano a comprenderne il significato". Perché "il discernimento - ha concluso - è l’aiuto a riconoscere i segnali con i quali il Signore si fa incontrare nelle situazioni impreviste, perfino spiacevoli, come fu per Ignazio la ferita alla gamba. Da esse può nascere un incontro che cambia la vita, per sempre".

Anche oggi, infine, non è mancato il pensiero del papa per chi soffre in Ucraina e negli altri conflitti che insanguinano il mondo. “Di fronte a tutti gli scenari di guerra del nostro tempo - ha detto Francesco - chiedo a ciascuno di essere costruttore di pace e di pregare perché nel mondo si diffondano pensieri e progetti di concordia e di riconciliazione. Stiamo vivendo una guerra mondiale: fermiamoci per favore. Alla Vergine Maria affidiamo le vittime di ogni guerra, specialmente la cara popolazione ucraina”.

Foto: Flickr/Ankur Panchbudhe

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