01/10/2023, 12.55
VATICANO
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Papa: un accordo duraturo per gli armeni del Nagorno Karabakh

L’appello all’Angelus sulla drammatica situazione di decine di migliaia di sfollati dall’enclave nell’Azerbaigian. Nel mese di ottobre l’invito a pregare il Rosario per la pace e per l’evangelizzazione dei popoli. Il 6 novembre Francesco incontrerà bambini da tutto il mondo “per imparare da loro, a cui appartiene il Regno di Dio”.  

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Rinnovo il mio appello al dialogo tra l’Azerbaigian e l’Armenia, auspicando che i colloqui tra le parti, con il sostegno della comunità internazionale, favoriscano un accordo duraturo che ponga fine alla crisi umanitaria”. Al termine della preghiera dell’Angelus davanti ai fedeli riuniti in piazza San Pietro papa Francesco è tornato ad additare al mondo la “drammatica situazione degli sfollati del Nagono Karabakh”, decine di migliaia di armeni fuggiti nell’ultima settimana in Armenia dopo che le forze armate dell’Azerbaigian hanno posto fine all’autogoverno dell’enclave nel suo territorio, da più di trent’anni al centro di un doloroso conflitto. Invocando una soluzione duratura dall’incontro in programma a Grenada, in Spagna, il 5 ottobre, tra i presidenti dell’Azerbaigian e dell’Armenia, il pontefice ha assicurato la sua preghiera per le vittime dell’esplosione di un deposito di carburante, avvenuta nei pressi della città di Stepanakert, che ha aggiunto ulteriore morte e dolore in questa tragedia.

Citando poi l’inizio del mese di ottobre - “il mese del Rosario e delle missioni” – il pontefice ha esortato tutti a “sperimentare la bellezza della preghiera del Rosario, contemplando con Maria i misteri della vita di Cristo e invocando la sua intercessione per le necessità della Chiesa e del mondo. Preghiamo per la pace nella martoriata Ucraina e in tutte le terre ferite dalla guerra – ha aggiunto -. Preghiamo per l’evangelizzazione dei popoli. E preghiamo anche per il Sinodo dei vescovi”. Nell’odierna festa di santa Teresa di Lisieux – di cui quest’anno ricorrono i 150 anni dalla nascita – Francesco ha poi ribadito che il 15 ottobre diffonderà un’esortazione apostolica a lei dedicata: “Ci aiuti ad avere fiducia e a lavorare per le missioni”, ha aggiunto.

Insieme a sé alla finestra che si affaccia su piazza San Pietro il papa ha voluto 5 bambini, in rappresentanza di tutti i continenti. Con loro a fianco ha annunciato che nel pomeriggio del 6 novembre, nell’aula Paolo VI a Roma, incontrerà simbolicamente i bambini di tutto il mondo in un evento patrocinato dal Dicastero per la Cultura e l’evangelizzazione. “Un incontro - ha spiegato - per manifestare il sogno di tutti di tornare ad avere sentimenti puri come i bambini, perché a chi è come un bambino appartiene il regno di Dio. I bambini ci insegnano la limpidezza delle relazioni e l’accoglienza spontanea di chi è forestiero e il rispetto di tutto il creato. Cari bambini – ha concluso - vi aspetto, per imparare anche io da voi”.

E proprio ai bambini oggi il pontefice ha indirizzato anche un messaggio in occasione dei 180 anni dalla fondazione dell’Opera della Santa Infanzia, una delle Pontificie Opere Missionarie. “Cari bambini e ragazzi missionari – ha scritto loro - voglio ringraziarvi, perché con il vostro impegno aiutate tutti noi ad essere testimoni coraggiosi del Vangelo e a condividere con gli altri, oltre ai sussidi materiali, ciò che abbiamo di più prezioso: la fede”.

Introducendo la preghiera dell’Angelus papa Francesco aveva commentato il brano di Vangelo in cui Gesù parla di due figli, ai quali il padre chiede di andare a lavorare nella vigna con il primo che dice di sì ma poi non lo fa e il secondo che inizialmente rifiuta ma poi ubbidisce (Mt 21,28-32). In queste due figure ha invitato a scorgere la differenza tra il peccato e la corruzione. “Per il peccatore – ha spiegato - c’è sempre speranza di redenzione; per il corrotto, invece, è molto più difficile. Infatti i suoi falsi “sì”, le sue parvenze eleganti ma ipocrite e le sue finzioni diventate abitudini sono come uno spesso “muro di gomma”, dietro al quale si ripara dai richiami della coscienza. Cari fratelli e sorelle – ha concluso il pontefice – peccatori sì, lo siamo tutti, ma corrotti no. Maria, specchio di santità, ci aiuti a essere cristiani sinceri”.

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