21/10/2022, 08.58
RUSSIA
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Parlamento russo contro il ‘satanismo Lgbt’

di Vladimir Rozanskij

In discussione legge contro la “propaganda” delle relazioni sessuali “non tradizionali”. La Chiesa ortodossa vede la realtà Lgbt come “strumento di invasione dell’Occidente collettivo in una guerra ibrida contro la Russia”. Saranno raccolte ulteriori proposte di restrizioni e punizioni per i “messi di Satana”.

Mosca (AsiaNews) – Alla Duma di Stato sono in corso le discussioni sull’iniziativa di legge per il divieto assoluto ad ogni tipo di informazione che possa essere interpretata come una forma di propaganda delle relazioni sessuali “non tradizionali”. Al dibattito partecipano deputati, senatori, esponenti del governo, rappresentanti della società e del mondo ecclesiastico della Russia.

Nessuno è intervenuto a favore dei valori non tradizionali. Tutti i relatori hanno insistito invece sulla pericolosità della propaganda Lgbt, associandola in particolare alle circostanze del conflitto bellico in Ucraina, che il presidente Putin ha ulteriormente drammatizzato dichiarando la “situazione di emergenza nazionale”: in pratica la condizione esplicita dello stato di guerra.

I politici russi ribadiscono un concetto proclamato dal patriarca di Mosca Kirill dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina, e cioè che tale propaganda rappresenta “lo strumento di invasione dell’Occidente collettivo in una guerra ibrida contro la Russia”. Dalla Chiesa ortodossa giungono esplicite approvazioni della procedura in corso, come una “vittoria nella guerra contro il maligno”. Il progetto era stato inizialmente presentato ancora a giugno dalla presidente del Comitato parlamentare per le questioni della famiglia, Nina Ostanina del Partito comunista (Kprf), per fermare la diffusione degli ideali sgraditi su internet e su tutti i mezzi d’informazione.

La proposta prevede anche la sospensione delle licenze per le proiezioni cinematografiche che riproducono contenuti legati all’omosessualità e alle unioni non tradizionali. Ora il testo è stato integrato da un nuovo pacchetto di misure, elaborato dal capo del Comitato per la politica dell’informazione Aleksandr Khinstein di Russia Unita, che prevede pesanti multe per i cittadini che si macchiano della propaganda Lgbt: da 50mila a 400mila rubli (1.000-8.000 euro); da 100mila a 800mila se si tratta di funzionari statali e da 800mila a 5 milioni per le persone giuridiche, con interruzione delle attività fino a 90 giorni.

Lo speaker della Duma Vjačeslav Volodin ha sottolineato la particolare attualità dell’argomento, basandosi su recenti sondaggi dell’istituto Vtsiom, secondo cui i cittadini che hanno avuto a che fare con la propaganda Lgbt negli ultimi 10 anni sono di fatto raddoppiati: nel 2012 avevano denunciato queste situazioni il 6% degli intervistati, quest’anno sono stati il 12%. Khinstein ha confermato che dall’inizio dell’operazione militare speciale (invasione) il divieto di tale propaganda “non solo non ha perso di attualità, ma ha ricevuto un significato ancora più evidente e decisivo”, in quanto “è chiaro che la nostra contrapposizione all’Occidente assume in gran parte un significato di scontro di civiltà, dove la Russia è rimasta la fortezza della difesa e della custodia dei valori tradizionali”.

Secondo i deputati, in Occidente è in corso una vasta “rivoluzione Lgbt”, dove “gay, bisessuali e transgender occupano i più importanti posti di potere e le funzioni dirigenti degli Stati, mentre la propaganda diventa una reclame incessante, e diventa norma perfino nelle favole per bambini”, ha spiegato ancora Khinstein. La nuova legge intende proibire le espressioni sgradite non solo nel settore della comunicazione per l’infanzia, ma anche nei confronti di tutti i cittadini di qualunque età e condizione sociale, proibendo anche la propaganda della pedofilia e del cambio di sesso.

Discutendo su come distinguere la propaganda dalla semplice espressione artistica, Volodin ha portato l’esempio della “Lolita” di Nabokov, in cui “non c’è propaganda della pedofilia, perché nessun lettore di questo libro desidera ripetere il destino dell’eroe”. Il rappresentante del patriarcato di Mosca, il protoierej Andrej Tkačev, ha ricordato che “il peccato non è una questione privata”, e i peccatori “diffondono il fetore della propria degradazione ben al di fuori dei confini delle loro camere da letto”. Verranno raccolte ulteriori proposte di restrizioni e punizioni per i “messi di Satana”, per giungere infine alla “vittoria finale”.

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