25/03/2011, 00.00
PAKISTAN
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Paul Bhatti, fratello del ministro ucciso è “consigliere speciale” del premier per le minoranze

Paul Bhatti, medico, compirà un tour nelle varie province per rendersi conto di persona della situazione. La comunità cristiana protesta per le insufficienze nelle indagini sull’assassinio del ministro cattolico. Proclamati tre giorni di digiuno e preghiera per la giustizia e la pace. Vi partecipa anche Asia Bibi.

Lahore (AsiaNews/Agenzie) – Paul Bhatti, fratello di Shahbaz Bhatti, il ministro per le minoranze pakistano ucciso il 2 marzo mentre usciva di casa, a Islamabad (02/03/2011  Ucciso Shahbaz Bhatti, ministro pakistano che ha difeso Asia Bibi) è stato nominato “consigliere speciale” del Primo ministro del Pakistan per le minoranze religiose. Il fratello del ministro ucciso avrà sostanzialmente le stesse responsabilità di Shahbaz. Paul, che è medico e ha vissuto all’estero, e anche in Italia, ha incontrato ieri il ministro degli Interni Rehman Malik.

Paul e il ministro hanno discusso varie questioni legate all’assassinio del leader cristiano; il consigliere ha detto di voler continuare l’opera del fratello. Paul Bhatti ha fatto un appello agli studiosi e ai leader religiosi delle varie scuole di pensiero e di fede di creare un fronte unito contro il terrorismo. Paul Bhatti ha deciso di compiere un tour nelle varie province per verificare sul posto la situazione e incontrare i leader delle diverse minoranze religiose.

Non cessano le rimostranze da parte degli attivisti cristiani che denunciano le insufficienze nelle indagini sull’assassinio di Bhatti, il tentativo di ingannare la pubblica opinione e al mancanza di volontà politica di arretsare e punire i responsabili, probabilmente legati ai gruppi islamici che tengono in ostaggio il governo. Anche Paul Bhatti ha espresso il suo rammarico per i risultati scadenti emersi dalle indagini, e ha chiesto la creazione di una Commissione parlamentare di inchiesta. La comunità cristiana del Pakistan ha lanciato un appello comune per tre giorni di preghiera e digiuno per chiedere che pace e stabilità nel Paese vengano ristabilite. I tre giorni si concludono oggi. Anche Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia e in attesa del giudizio di secondo grado, partecipa al digiuno per la pace e la giustizia nella prigione di Sheikpura, così come suo marito e i suoi figli.

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