Pechino detta al clero le regole sul web: niente prediche, riti o attività educative
Dal Dipartimento per gli Affari religiosi un nuovo "Codice di condotta su internet" per i preti e i ministri di culto delle altre fedi. "Non devono svolgere attività online in quanto tali". Estesa anche al web la stretta sulle iniziative educative con i ragazzi: vietato organizzare sul web formazioni religiose per i minori. No alle raccolte fondi per sostenere luoghi di culto o attività. Spazio solo per i siti "autorizzati" delle confessioni religiose.
Milano (AsiaNews) - Niente preti influencer nella Cina di oggi. Ma anche divieto assoluto per il clero di ogni religione di organizzare sul web attività educative per i ragazzi; come pure di predicare in una diretta social o promuovere una raccolta fondi per finanziare autonomamente la costruzione di un luogo di culto. Sono le nuove norme codificate nell’ennesimo regolamento pubblicato oggi a Pechino dal Dipartimento per gli Affari religiosi. Diciotto articoli di un “Codice di condotta per il clero religioso su internet” in cui viene specificato in maniera dettagliata che cosa un prete o un altro ministro di culto di una delle fedi ufficialmente riconosciute in Cina può e (soprattutto) non può fare sul web.
Il fine dichiarato di questo nuovo codice è “mantenere l’ordine nel campo religioso”. E la sua premessa – come sempre nella Repubblica popolare cinese – è l’idea che anche il clero “deve praticare i valori fondamentali del socialismo, attenersi al principio dell’indipendenza e dell’autogestione delle religioni nel nostro Paese, aderire alla direzione di sinicizzazione delle religioni, guidare attivamente le religioni ad adattarsi alla società socialista, mantenendo l’armonia religiosa, l’armonia sociale e l’armonia etnica”.
Entrando nei dettagli, l’amministrazione per gli Affari religiosi mette subito in chiaro che “il clero religioso non deve svolgere attività online in quanto tale” e può predicare o svolgere attività di formazione religiosa solo “attraverso siti web, applicazioni, forum, ecc. legalmente istituiti da gruppi religiosi, scuole religiose, templi, monasteri e chiese” in possesso di un’apposita licenza. Anche quando si registra e utilizza account pubblici online o le app di messaggistica per la diffusione di informazioni “deve presentare ai fornitori di servizi internet il proprio certificato di appartenenza al clero religioso registrato”.
Scontato il divieto di pubblicare “contenuti che incitino alla sovversione del potere statale” o si oppongano alla leadership del “Partito comunista cinese”; più aperta ad arbitri l’affermazione secondo cui “il clero religioso non deve colludere con forze straniere tramite internet, né sostenere o partecipare ad attività di infiltrazione religiosa straniera”.
Si specifica anche che “il clero religioso non deve mostrare, indossare o promuovere abiti religiosi estremisti su internet”. Ma – soprattutto – anche al web vengono estesi i divieti sempre più diffusi in Cina riguardo alle attività educative per i ragazzi promosse da gruppi religiosi. “Il clero religioso - recita l’articolo 10 - non deve diffondere idee religiose o indurre minorenni alla fede religiosa tramite internet, né organizzare la partecipazione dei minori a formazione religiosa, campi estivi (o invernali), né organizzare o costringere i minori a partecipare ad attività religiose”.
Fatte salve le iniziative promosse dai siti “ufficiali”, il clero “non deve predicare tramite dirette, brevi video, riunioni online, gruppi o storie di WeChat; non deve organizzare o partecipare ad attività religiose online come cerimonie, culti e Messe, né a rituali religiosi come l'accensione di incenso, offerte al Buddha, proclamazione di sacre scritture, osservanza di precetti e battesimi; né svolgere corsi o formazioni online con contenuti o sfumature religiose come ‘meditazioni’, ‘purificazioni’ e ‘preghiere di guarigione’”. Viene espressamente vietato anche raccogliere online donazioni per la costruzione di luoghi religiosi o lo svolgimento di attività.
Il Regolamento cita anche l’uso per finalità religiose di prodotti e servizi di intelligenza artificiale generativa, ricordando che deve avvenire secondo la legge e dunque non è ovviamente ammesso per “predicare, produrre, pubblicare o diffondere informazioni illegali o impegnarsi in attività illecite”.
In caso di violazioni di queste norme il Dipartimento per gli Affari religiosi ordinerà la rettifica entro un termine prestabilito; in caso di rifiuto scatteranno “sanzioni secondo le leggi e i regolamenti amministrativi pertinenti”; tra le possibilità anche l’imposizione di restrizioni o la chiusura del proprio account sulle piattaforme di diffusione di informazioni religiose o sui social network cinesi.
Viene infine specificato che il clero religioso deve rispettare queste regole “anche quando svolge attività online attraverso piattaforme di siti web esteri”. E che le norme valgono anche per quanti “provengono da Hong Kong, Macao e Taiwan, così come per il clero religioso straniero, quando svolge attività online all’interno del Paese”.
04/05/2022 12:03
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