06/10/2008, 00.00
CINA
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Pechino dice che ora il latte è sano, ma nei negozi c'è pure quello velenoso

La Cina ripete che le nuove analisi mostrano l’assenza di melamina e i cinesi comprano di nuovo il latte. Ma nei negozi sono ancora in vendita prodotti vietati e la melamina è trovata in altre merci provenienti dalla Cina, anche di grandi marche.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina assicura che il suo latte è ora sicuro e arresta altre 6 persone per l’adulterazione. Ma intanto in negozi sono ancora vendute merci avvelenate e in Corea del Sud viene trovata melamina in altri prodotti di marche occidentali.

L’Amministrazione generale per la supervisione della qualità, l’ispezione e la quarantena ha annunciato che i nuovi esami su 609 partite di latte fresco di 75 ditte in 27 città, tra cui alcune di quelle più incriminate, non hanno trovato melamina. Per recuperare la fiducia dei consumatori, ha anche annunciato che oltre 5mila ispettori controllano le fabbriche, mentre il ministero per l’Agricoltura ha mandato 152mila funzionari a ispezionare le stazioni di stoccaggio del latte.

Intanto la polizia ha arrestato 6 persone accusate di produrre e vendere melamina, a Hohhot, capitale della Mongolia Interna, regione leader nel caseario dove hanno sede la China Mengniu Dairy Co. e la Inner Mongolia Yili Industriale Group Co., due delle ditte più coinvolte nello scandalo e che da sole producono oltre il 70% del latte cinese. Nei giorni scorsi le due ditte hanno anche lanciato una campagna promozionale “paghi uno, prendi due”, che ha mandato i prodotti a ruba in città come Shenzhen e Guangzhou.

I media statali riportano le dichiarazioni di cittadini che hanno ripreso a consumare le marche incriminate, dopo le assicurazioni di Pechino. Oggi le azioni di Mengniu e Yili sono salite di vari punti nella borsa di Hong Kong, dopo le forti perdite successive allo scandalo.

Ma intanto l’Amministrazione per gli alimenti e i farmaci sudcoreana ha annunciato oggi di avere trovato melamina in 10 prodotti caseari cinesi, seppure “in quantità che non minaccia molto la salute”, tra cui le pastiglie M&M’s Milk e le Peanut Snickers Fun Size della Mars Korea e le barrette di cioccolato Kit Kat della Nestlé Korea, oltre che in biscotti al riso e crackers al formaggio prodotti da ditte coreane che usano ingredienti cinesi. Nel Paese ricordano che sono state bloccate 1.637 tonnellate di kimchi cinese (alimento a base di cavolo e altri vegetali, fondamentale per la cucina coreana) nel 2007 e altre 282 tonnellate nel 2006, perché contenenti additivi e coloranti non adatti al consumo umano e possibili cause di tumori.

A Hong Kong sono state accertate quantità eccessive della sostanza in due tipi di cioccolato della Cadbury Plc, che peraltro la ditta ha già ritirato dal commercio in Cina, Hong Kong, Taiwan e Australia a scopo cautelativo.

Soprattutto, in supermercati cinesi i consumatori hanno denunciato che ancora ieri erano in vendita prodotti vietati perché contenenti melamina. I media riportano che, in negozi di Guangzhou, prodotti banditi della Mengniu sono stati trovati in vendita il 3 ottobre e ancora ieri. Alcuni erano “mischiati” a quelli più recenti, ritenuti sani, durante l’offerta “due al prezzo di  uno”.  “La cosa più ridicola – commenta una persona al South China Morning Post – è che subito a lato di questi prodotti, sugli scaffali, c’era l’avviso pubblico di non comprarli”. Qualcuno, rassegnato, osserva che “troppi alimenti sono stati trovati velenosi. Ho deciso di non pensarci. Compriamo il latte, almeno finché è a basso prezzo”.

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