14/09/2012, 00.00
CINA – GIAPPONE
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Pechino invia altre navi da guerra alle Diaoyu/Senkaku

Non diminuisce la tensione sull’arcipelago conteso con Tokyo. Il vice presidente della Commissione militare cinese sprona l’esercito a “tenersi pronto”. Rischiano di saltare le celebrazioni per il 40esimo anniversario della “normalizzazione” dei rapporti fra i due Paesi.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Sei motovedette cinesi sono entrate oggi nelle acque delle isole Diaoyu/Senkaku, controllate da Tokyo e rivendicate da Pechino, accelerando la crisi diplomatica che sta contrapponendo i due giganti asiatici. Secondo la Guardia costiera nipponica, due di queste navi hanno "accolto l'invito ad allontanarsi senza 'alcun uso della forza". Tuttavia, il blitz cinese ha scatenato una ridda di polemiche.

Il premier nipponico Yoshihiko Noda ha assicurato che il Giappone "prenderà tutte le misure possibili per la sicurezza alle Senkaku" e ha annunciato che il governo "ha istituito una unità speciale per la gestione della crisi presso l'ufficio del primo ministro". Il viceministro degli Esteri Chikao Kawai ha convocato l'ambasciatore cinese a Tokyo, Cheng Yonghua, per protestare su quanto è accaduto.

Secondo la Cina, l'invio di motovedette è una risposta legittima alla nazionalizzazione delle isole da parte del governo nipponico, che lo scorso martedì le hanno acquistate con un atto unilaterale da una famiglia giapponese che ne possedeva la terra. All'invito a lasciare le acque nipponiche rivolto alle prime due motovedette, la risposta è stata che Uotsuri (la più grande delle isole) "è territorio cinese" e che pertanto era in corso "un'attività di sorveglianza".

La Xinhua ha pubblicato l'intervento di Xu Caihou, vice presidente della potentissima Commissione militare centrale, che parlando a dei soldati ha dichiarato che l'esercito "deve essere preparato a ogni forma di scontro militare". Anche se non ha fatto alcun cenno alla disputa con il Giappone, Xu ha aggiunto: "Dobbiamo compiere ogni sforzo per assicurarci che i soldati siano in grado di salvaguardare la sovranità nazionale, la sicurezza e l'integrità territoriale della Cina appena il popolo e il Partito lo chiedano loro".

L'aumento delle tensioni mette in crisi anche le celebrazioni per il 40esimo anniversario della normalizzazione dei rapporti fra Pechino e Tokyo. Le due capitali, dopo l'invasione nipponica della Cina, non hanno avuto alcun rapporto fino alla morte di Mao Zedong. Il 27 settembre, giorno in cui si festeggia la pacificazione, dovrebbero svolgersi diversi incontri a Pechino. Ma una serie di politici giapponesi di alto livello hanno annullato la propria partecipazione.

Non è chiaro il valore dell'arcipelago. Si pensa che esso abbia anzitutto un valore strategico, trovandosi sulla rotta delle più importanti vie marittime; altri affermano che oltre alle acque ricche di pesca, nel sottofondo marino vi siano sterminati giacimenti di gas. Nel 2008, come gesto di distensione, i due governi hanno firmato un accordo per lo sfruttamento e la ricerca congiunti nell'arcipelago, che tuttavia è rimasto lettera morta.

 

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