03/06/2019, 08.57
CINA
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Pechino rompe il silenzio su Tiananmen. Per difendere il massacro

I resoconti sulla repressione delle manifestazioni di protesta sono oggetto di pesante censura in Cina. Nella notte tra il 3 ed il 4 giugno del 1989 sono morte dalle 300 alle 2mila persone. Il ministro della Difesa chiede perché si continua a dire che il governo non ha gestito gli eventi in modo corretto.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il governo cinese ha difeso la repressione delle proteste di piazza Tiananmen del 1989, in un raro riconoscimento pubblico degli eventi. Durante un forum regionale sulla sicurezza, il ministro della Difesa, il gen. Wei Fenghe (foto), ieri ha dichiarato che fermare la “turbolenza” è stata la politica “corretta” per Pechino. Domani ricorre il 30esimo anniversario del massacro. Secondo le stime di organismi indipendenti, nella notte tra il 3 ed il 4 giugno del 1989 sono morte dalle 300 alle 2mila persone, schiacciate dai carri armati o raggiunte da colpi d’arma da fuoco mentre fuggivano.

I resoconti sugli eventi sono oggetto di pesante censura in Cina. Per Pechino, le discussioni pubbliche sulle proteste pro-democrazia del 1989 e la loro repressione sono un tabù. Ogni anno, nelle settimane che precedono il 4 giugno, si mette in moto la più grande macchina di censura al mondo: un'enorme rete di algoritmi automatizzati e decine di migliaia di funzionari purificano il web di qualsiasi riferimento al massacro. Per questo, le dichiarazioni rilasciate dal gen. Wei Fenghe al “18th Asia Security Summit” di Singapore (31 maggio – 2 giugno) rappresentano un’eccezionale rarità.

Dopo un discorso ad ampio raggio sul commercio e la sicurezza, il gen. Wei Fenghe è stato interrogato su Tiananmen da un membro del pubblico. Il ministro ha chiesto perché si continua a dire che la Cina non ha gestito gli eventi in modo corretto. “Quell'incidente è stato una turbolenza politica ed il governo centrale ha preso misure per fermarla, mettendo in atto una politica corretta”, ha dichiarato. L’alto ufficiale ha poi affermato che “gli ultimi 30 anni hanno dimostrato che la Cina ha subito importanti cambiamenti”, aggiungendo che a causa dell'azione del governo in quel frangente “il Paese ha goduto di stabilità e sviluppo”.

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