24/08/2022, 13.21
CINA
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Pechino: disoccupazione record, spesa per indennità aumentata in un anno del 256%

A giugno sono stati erogati quasi 5,5 miliardi di euro: è il dato più elevato dall’inizio del rilevamento nel gennaio 2013. A luglio il dato sulla disoccupazione giovanile ha sfiorato il 20%. Goldman Sachs ha abbassato le previsioni di crescita del Pil nel 2022 al 3%. 

Pechino (AsiaNews) - In Cina le indennità di disoccupazione hanno raggiunto una quota record nel giugno scorso, un segnale a ulteriore conferma di un mercato del lavoro in forte difficoltà. E di una situazione economica più generale, come ha ammesso di recente lo stesso primo ministro Li Kequang, che non appare solida a causa delle perduranti restrizioni nell’ottica della politica “zero-Covid” impressa da Pechino e per la crisi nel settore immobiliare e dei mutui.

I pagamenti dei fondi assicurativi contro la disoccupazione nel Paese del dragone sono aumentati del 256,6% a giugno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con uno stanziamento complessivo di 37,19 miliardi di yuan (quasi 5,5 miliardi di euro). Il calcolo è elaborato dalla Reuters, che si è basata sui dai forniti dal ministero delle Risorse umane e della sicurezza sociale, Si tratta del dato complessivo più elevato dall’inizio del rilevamento nel gennaio 2013.

Il forte aumento dei pagamenti ha comportato un deficit per il fondo di 22,74 miliardi di yuan (circa 3,3 miliardi di euro) a giugno; a maggio il valore era di 4,91 miliardi di yuan (720 milioni di euro), mentre a gennaio e aprile 2022 si erano registrate delle eccedenze. La cassa di assicurazione contro la disoccupazione è un fondo al quale partecipano datori di lavoro, dipendenti ed è un aiuto prezioso a sostegno dei disoccupati per rispondere alle necessità di base in mancanza di lavoro. 

La rigida politica di contenimento del nuovo coronavirus a colpi di lockdown duri e test a tappeto imposta dalla leadership cinese, sempre più difficile da sostenere con la variante Omicron molto più trasmissibile, ha interrotto le catene di approvvigionamento. Fra quanti ne hanno risentito maggiormente vi sono le piccole e medie imprese, fra i settori più importanti nella creazione di posti di lavoro e quali traino dell’economia.

Il tasso di disoccupazione giovanile è salito al livello record del 19,9% a luglio, anche se il dato relativo alle aree urbane sembra scendere al 5,4%. Nel tentativo di rilanciare l’occupazione, soprattutto fra le fasce più giovani della popolazione, il governo a maggio ha proposto sussidi fino a 1500 yuan alle imprese che assumono neolaureati. Pechino punta a mantenere il tasso di disoccupazione urbana al di sotto del 5,5% e a creare più di 11 milioni di nuovi posti di lavoro nelle principali città quest’anno. Nei primi sette mesi del 2022 sono stati creati 7,83 milioni di nuovi posti di lavoro urbani, raggiungendo il 71,2% dell’obiettivo annuale.

Goldman Sachs ha abbassato le previsioni di crescita del Pil cinese nel 2022 al 3%, rispetto all’iniziale 3,3%. Anche Citi rivede i dati, passando al 3,5% rispetto al 3,9% prospettato la scorsa settimana. “Nel breve termine, la Cina potrebbe registrare ancora pressioni nel mercato del lavoro - commenta Bruce Pang, capo economista della Jones Lang Lasalle - considerata la crescita più lenta del Pil che crea meno posti di lavoro”. A questa si unisce una domanda “interna ed estera” più bassa, piccole e medie imprese “in difficoltà” e “per anni” un numero di laureati maggiore rispetto alla richiesta. Da qui la “priorità politica”, conclude, di “sostenere la domanda interna per rilanciare l’occupazione”. 

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