27/03/2013, 00.00
CINA
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Per paura di Xi Jinping il Pcc torna alla clandestinità (del lusso)

Il nuovo presidente ha annunciato “tolleranza zero” nei confronti delle tangenti e degli sprechi nei quadri dirigenti del Partito. Ma questi scelgono di continuare a vivere come sempre e trasformano le cantine in ristoranti a 5 stelle. Mentre mandano i capitali “sporchi” all’estero.

Pechino (AsiaNews) - Per evitare la crociata contro il lusso e la corruzione nel Partito comunista lanciata dal nuovo presidente Xi Jinping, i funzionari di alto grado hanno deciso di usare cantine e incontri "segreti" per mantenere il proprio altissimo stile di vita. Inoltre, sempre più tycoon legati alla politica scelgono di mandare all'estero i propri capitali per evitare i controlli dei dipartimenti interni.

La conferma viene dai funzionari di almeno quattro diverse province del Paese. Parlando con il South China Morning Post, uno di loro che proviene dal Fujian spiega: "Le cantine degli edifici pubblici sono state rinnovate per ospitare gli chef dei ristoranti migliori. Ora sembrano più lussuose dei ristoranti a 5 stelle, con sale private e pasti prelibati. In questo modo non c'è bisogno di andare fuori. Questo non succede solo da noi ma in molti altri posti".

Inoltre, come spiega un altro funzionario, "ogni anno riceviamo dal governo centrale un budget relativo alle nostre spese. La cifra è sempre stata molto alta, ma non potendo spendere i soldi fuori era difficile mantenerla alta anche questa volta. Rinnovare gli edifici è una spesa perfetta che verrà rimborsata". Le sale private sono anche perfette per incontrare industriali e affaristi, che usano il Partito - dopo aver versato le tangenti del caso - per ottenere permessi e appalti.

Inoltre, sempre più funzionari di alto grado e industriali cooptati dalla politica stanno mandando all'estero i propri capitali. Dopo l'annuncio di Xi Jinping - che ha dichiarato di voler introdurre l'obbligo della trasparenza finanziaria per i dirigenti comunisti - il volume di denaro spedito all'estero è aumentato del 40 %. Per ora le mete preferite sono Hong Kong e gli Stati Uniti.

Lanciata in campagna elettorale, la "crociata anti-corruzione" del leader della Quinta generazione comunista non ha ancora dei tratti precisi. Il presidente - e Segretario del Pcc - ha più volte avvertito che "non saranno tollerati" scandali e ruberie ai danni del Paese, ma fino a ora non ha messo in piedi un vero sistema di controllo e prevenzione. Diversi esperti nazionali hanno commentato che la campagna "è inutile se non si rispetta lo stato di diritto in tutto il Paese".

 

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