26/05/2023, 12.59
CAMBOGIA
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Phnom Penh: attivista condannata a due anni per le proteste al casinò

Chhim Sithar è stata accusata di aver “fomentato il caos sociale” al NagaWorld, il grande albergo-casa da gioco di Phnom Phen. Aveva guidato le manifestazioni per i diritti dei lavoratori e il reintegro di centinaia di dipendenti licenziati. Condannati anche altri otto imputati con pene (sospese) da 12 a 18 mesi di galera. Il governo ha inasprito la repressione del dissenso in vista del voto di luglio. 

Phnom Penh (AsiaNews) - Un tribunale di Phnom Penh ha condannato a due anni di carcere la leader sindacale Chhim Sithar, in prima fila nella lotta per i diritti dei lavoratori nella controversia attorno all’hotel-casinò NagaWorld nella capitale, con l’accusa di aver “fomentato il caos sociale”. L’attivista ha guidato le manifestazioni popolari per maggiori salari e migliori condizioni di lavoro, nel novero di una vicenda che ha superato i confini della Cambogia diventando simbolo della lotta per i diritti in una nazione, e in un continente, in cui sono ancora troppi i casi di sfruttamento. 

La donna era stata arrestata nel dicembre 2021, nel pieno della protesta e delle manifestazioni di piazza in cui, oltre alla questione dei salari, si chiedeva il reintegro di otto membri del sindacato incarcerati e di circa altri 370 che affermavano di essere stati ingiustamente licenziati. Rilasciata in un primo momento dietro pagamento di cauzione, Chhim Sithar è stata nuovamente arrestata lo scorso novembre dopo essere tornata in Cambogia da una conferenza di lavoro in Australia per “violazione delle norme” sulla cauzione che le impedivano di lasciare il Paese.

L’avvocato della sindacalista ha ribattuto affermando che non vi erano state informazioni “adeguate” circa i termini del rilascio e i possibili spostamenti. Sulla vicenda è intervenuta anche l’ong internazionale Human Rights Watch (Hrw), secondo cui il caso è parte di una repressione più ampia del governo sui sindacati e, più in generale, sulle opposizioni e il dissenso come sta avvenedo in questi mesi in vista del voto di luglio. 

Nel processo, tenuto ieri, erano imputati anche gli altri otto sindacalisti incarcerati in precedenza i quali hanno ricevuto pene variabili da un anno a un anno e mezzo di prigione, con sospensione condizionale. Una sentenza contestata dagli stessi imputati, come sottolinea Ry Sovanndy che rivendica la propria innocenza. “Non ho fatto nulla ma sono stato condannato. Non posso accettarlo. Farò appello alla decisione - aggiunge - perché non posso accettare questo verdetto ingiusto”.

La disputa sindacale e lavorativa attorno a NagaWorld, tuttora in corso, è iniziata nell’aprile 2021 quando la compagnia ha disposto il licenziamento di oltre 1300 dipendenti, la metà dei quali erano esponenti o iscritti al sindacato dei lavoratori. Per la dirigenza la pandemia di Covid-19 e le ingenti perdite nei bilanci dei primi sei mesi del 2021 rispetto al triennio precedente, unite agli investimenti per la costruzione di NagaWorld 3, giustificavano la decisione. Durissima la replica dei dipendenti, secondo i quali la compagnia “ha distorto la realtà dei fatti” e ha voluto sfruttare la situazione di difficoltà economico-sanitaria per interessi interni.

La condanna di Chhim Sithar e di altri è “un palese attacco ai sindacati e ai lavoratori” ha affermato Montse Ferrer, vicedirettore regionale ad interim per la Ricerca di Amnesty International. “Questo verdetto - aggiunge - è un promemoria sul fatto che il governo cambogiano preferisce schierarsi con le società piuttosto che proteggere i diritti della sua gente”. Siek Panha, dipendente del casinò, attacca la decisione dei giudici di un tribunale che andrebbe ribattezzato “NagaWorld Court” perché “assunto da NagaWorld. Sono senza parole - afferma a Radio Free Asia (Rfa) - perché [Chhim Sithor] ha solo difeso i diritti sindacali, ma è stata condannata a due anni di carcere”.

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