07/11/2009, 00.00
FILIPPINE
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Politico musulmano di Mindanao: L’educazione cattolica mi ha aiutato nell’impegno per la pace

di Santosh Digal
Nabil Tan, islamico e vice governatore della Regione autonoma di Mindanao, racconta la sua esperienza di studente in un istituto cattolico. Per lui la condivisione e il rispetto delle varie religioni è una delle chiavi per il processo di pace.

Manila (AsiaNews) – “Ricevere un’educazione cattolica mi ha aiutato a rispettare le varie fedi e ad impegnarmi nel dialogo per la pace a Mindanao”. È quanto afferma Nabil Tan, musulmano, vice governatore del Armm (Autonomus Region in Muslim Mindanao) da 17 anni impegnato nel processo di pace tra governo filippino e separisti del Milf (Moro Islamic Liberation Front ).  

Nonostante l’Armm sia a maggioranza musulmana, su 50 istituti scolastici 18 sono gestiti da cattolici. Qui sono molte le famiglie di religione islamica che scelgono per i figli un’educazione cattolica.

Nabil Tan nasce a Sulu nel 1959 e frequenta la Notre Dame Catholic School dalla scuola materna al liceo. Terminati gli studi liceali s’iscrive al Philippine Muslim College dove si laurea in legge.

“L’educazione e i valori cattolici che ho ricevuto sin dall’infanzia hanno influenzato tutta la mia vita – afferma il politico – li conservo ancora vivi nella mia mente per condurre una vita onesta e servire attraverso il mio lavoro le persone e i poveri alla luce delle fede in Dio”.

Tan racconta che, nella sua scuola, la condivisione e il rispetto delle varie fedi era uno degli elementi fondamentali. “Ricordo che la nostra insegnante, di origine americana, faceva recitare a studenti musulmani e cristiani le preghiere del mattino, ognuno secondo la sua fede – dice -  ciò avveniva anche nel mio villaggio dove io e la mia famiglia condividevamo con i vicini cristiani le celebrazioni del Natale e ci scambiavamo doni. A loro volta i cristiani partecipavano alle celebrazioni del Ramadan”.  

Secondo Nabil Tan la situazione a Mindanao è iniziata a mutare dal 1974, quando Nur Misuari, leader del Moro National Liberation Front (Mnlf), ha iniziato a Sulu la guerra contro l’esercito filippino. Da quel momento la gran parte degli investitori stranieri hanno abbandonato la regione, causando un forte aumento della disoccupazione e della povertà. Secondo Tan, infatti, uno dei principali motivi della guerra è la mancanza di risorse economiche e servizi per la popolazione. I giovani musulmani preferiscono le file del Milf piuttosto che “collaborare con un governo ingiusto e corrotto”. Egli aggiunge che “il governo oltre a portare avanti il dialogo con il Milf deve favorire la crescita economica e valorizzare il capitale umano e spirituale di cristiani e musulmani, che caratterizza la regione”. Per Tan questa e l’unica via per portare una pace definitiva a Mindanao.   

La regione a maggioranza musulmana di Mindanao è da oltre 40 anni teatro di un conflitto tra esercito filippino e gruppi estremisti islamici. Essi reclamano da secoli il dominio dell’isola per istituire uno stato islamico indipendente. Gli scontri hanno colpito milioni di persone senza distinzione di fede causando tra il 2008 e il 2009 oltre 750mila profughi. Chiesa cattolica e organizzazioni islamiche, quali il Forum dei vescovi e degli ulema ( Bishop Ulama Forum), continuano a proporre da anni una via per il dialogo

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