28/08/2008, 00.00
THAILANDIA
Invia ad un amico

Premier thailandese: niente “pugno di ferro” per disperdere i manifestanti

Da tre giorni gli esponenti del People’s Alliance for Democracy hanno occupato gli uffici governativi a Bangkok chiedendo le dimissioni del primo ministro. Gli oppositori accusano Samak di essere un “fantoccio” nelle mani di Thaksin e di cospirare contro la monarchia.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Il premier thailandese Samak Sundaravej non ricorrerà – al momento – all’uso della forza per disperdere i manifestanti asserragliati nella zona del distretto governativo della capitale. Oggi è scaduto l’ultimatum lanciato dal Primo ministro, in seguito al quale egli avrebbe utilizzato il “pugno di ferro” contro le decine di migliaia di esponenti del People’s Alliance for Democracy (Pad) che ne chiedono a gran voce le dimissioni; sembra che il premier abbia ammorbidito le sue posizioni, sottolineando che il ricorso all’esercito sarebbe “troppo rischioso”.  

Ieri la polizia ha ricevuto l’ordine di disperdere i manifestanti, ma finora non è stato preso alcun provvedimento e le forze dell’ordine si limitano a controllare “da lontano” le mosse dei dimostranti. Essi hanno innalzato barricate utilizzando pneumatici, filo spinato e barriere di acciaio per impedire gli accessi alla sede del governo, chiedendo le dimissioni del premier, accusato di essere solo un “fantoccio” nelle mani dell’ex primo ministro Thaksin Shinawatra, in esilio a Londra e sul quale pendono diversi capi di imputazione tra i quali reati legati alla corruzione.

Samak dice di non voler ricorrere all’uso della forza, ma denuncia gesti provocatori dei dimostranti nei confronti dei militari: “Vogliono un bagno di sangue nel Paese – è l’accusa che il premier rivolge ai membri del Pad – un nuovo colpo di Stato da parte dei militari”.

Le proteste in Thailandia sono iniziate martedì 26 agosto, quando oltre 30mila simpatizzanti dell’alleanza per la democrazia – legata alla sponda conservatrice del Paese, vicina alla monarchia e agli ambienti militari – si sono riversati nelle strade gridando slogan in cui si chiedevano le dimissioni del premier. Ieri la procura thailandese ha intimato ai manifestanti di abbandonare la sede governativa; essi ribattono che la loro azione intende prima di tutto "proteggere la monarchia nel Paese", minacciata da un presunto piano dell’ex leader Thaksin che vorrebbe “trasformare la Thailandia in una repubblica”. Il vice-portavoce dell’esercito, maggiore Suraphol Tuanthong, afferma che sono stati emessi dei mandati di arresto nei confronti di nove leader della protesta, con i capi di accusa di insurrezione, cospirazione, manifestazione non autorizzata e inosservanza del decreto che ne ingiungeva l’immediata cessazione. Per la legge thailandese “l’insurrezione” equivale all’alto tradimento ed è punibile con la pena di morte o la prigione a vita. Per il momento il governo non ha voluto usare il pugno duro contro i manifestanti, ma la situazione potrebbe precipitare nelle prossime ore. 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Bangkok: bomba esplode vicino alla sede del Governo, sale la tensione nel Paese
01/09/2008
Cede la tregua, scontri fra manifestanti e polizia in Thailandia
29/08/2008
Bangkok, vertice Apec: la polizia reprime le proteste contro il governo
19/11/2022 10:37
Scagionato il premier Prayuth. Come ex generale può abitare in una casa offerta dall’esercito
02/12/2020 14:50
Bangkok, migliaia di manifestanti democratici protestano contro il re (VIDEO)
25/11/2020 14:40


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”