26/08/2008, 00.00
PAKISTAN
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Presidenziali in Pakistan, attivista per i diritti umani boccia la candidatura di Zardari

di Qaiser Felix
Secondo il presidente della Hrcp “non rispecchia le qualità che un presidente dovrebbe possedere”. Asma Jahangir chiede che il nuovo capo di Stato sia “neutrale”, promuova “l’unità” e non abbia “ombre nel suo passato”, per garantire il cammino verso “la democrazia nel Paese”.

Lahore (AsiaNews) – “Asif Ali Zardari non soddisfa tutti i criteri e le qualità che un presidente dovrebbe possedere”. È la dura presa di posizione della Commissione pakistana per i diritti umani (Hrcp), secondo la quale nella scelta del capo dello Stato non bisogna solo osservare i “requisiti di legge”, ma valutare anche “i valori" alla base della democrazia e di ogni società civile che "egli deve rispecchiare".

In una nota inviata ad AsiaNews, Asma Jahangir – presidente della Hrcp – chiede che il prossimo presidente non si trasformi in un nuovo “ostacolo” nel cammino che porta alla “democratizzazione” del Paese. Egli auspica “trasparenza” nei passaggi che ne sanciranno la nomina e invita i partiti politici alla “saggezza” per far fronte alla “crisi seria” che sta attraversando il Pakistan. Le dimissioni di Musharraf hanno segnato una “svolta importante”, ma il processo democratico è “fragile” ed è un cammino “ancora agli inizi”.

La commissione per i diritti umani riconosce a Zardari, vedovo dell’ex primo ministro Benazir Bhutto, di aver trascorso molti anni in prigione – con l’accusa, fra le altre, di corruzione – e di aver subito delle torture. Ma questo di per sé non basta “per aspirare alla più alta carica dello Stato”, godendo inoltre di un provvedimento – il National Reconciliation Ordinance – che per favorire la riconciliazione nazionale garantisce “l’immunità ai politici”. “Siamo contrari a ogni forma di vendetta – ribadisce la Hrcp – ma non possiamo nemmeno accettare impunità o sconti per quanti, in passato o nel futuro, vorranno assumere incarichi politici di primo piano”.

Asma Jahangir illustra inoltre le qualità che dovrebbe possedere il nuovo Capo di Stato per assicurare pace e stabilità: deve ispirare fiducia, godere di credibilità, essere neutrale rispetto ai vari partiti politici. “Non ci devono essere dubbi e ombre sul suo passato”, poiché quello che diventerà il futuro “simbolo della federazione” dovrà essere in grado di “costruire ponti fra le diverse forze democratiche” invece di dimostrarsi “fazioso o manipolatore” come avvenuto in passato. In vista delle prossime presidenziali, in programma il 6 settembre, l’attivista per i diritti umani chiede alla Commissione elettorale pakistana – preposta a certificare la regolarità del voto – di organizzare elezioni “oneste, giuste, rispettose della legge, libere da episodi di corruzione o sotterfugi”. Egli denuncia infine la mancata consultazione fra i partiti politici presenti in Parlamento e l’eccessiva fretta nello stabilire la data del voto.

Per le elezioni del 6 settembre ci sono al momento tre candidati, ma la lista definitiva dei nomi andrà consegnata entro il prossimo 30 agosto. Essi sono: l’ex procuratore capo della Corte Suprema Saeeduz Zaman Siddiqui, sostenuto dal Pakistan Muslim League-Nawaz; Mushahid Husain per il Pakistan Muslim League-Quaid, partito del dimissionario Musharraf; Asif Zardari per il Pakistan Peoples Party.

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