18/03/2010, 00.00
SRI LANKA
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Protestano i licenziati senza liquidazione. Il sostegno da religiosi cattolici e anglicani

di Melani Manel Perera
Centinaia di ex dipendenti hanno manifestato ieri a Colombo, contro la vita di stenti che devono affrontare. Ad alcuni le ditte non hanno dato quanto spettava. Tutti chiedono un impegno risolutore del governo. Sacerdoti e suore affianco a loro.

Colombo (AsiaNews) – Ieri a mezzogiorno oltre 300 lavoratori disoccupati hanno manifestato davanti alla stazione di Fort Railway, a Colombo, sollecitando il governo a un intervento effettivo per il riconoscimento dei loro diritti. Alla protesta hanno partecipato anche sacerdoti e suore cattolici, per denunciare l’indifferenza delle autorità di fronte ai problemi concreti della gente.

Padre Sarath Iddabalgoda, che cura il centro Manawa Himikum Piyasa che fornisce assistenza legale gratuita ai lavoratori in difficoltà, spiega ad AsiaNews che questi lavoratori sono stati licenziati da anni e ancora attendono quanto loro spetta: circa 200 di loro sono ex dipendenti della Monta Garments che ha chiuso da 25 anni e altri 100 della Jewelarts che ha chiuso da 17. “Inoltre c’è il gruppo Richard Peiris che ha chiuso da circa 2 anni licenziando centinaia di lavoratori e altri sono stati licenziati da ditte come Nisol, Coco Lanka, Seth”.

Questi disoccupati chiedono l’applicazione delle leggi sul lavoro, secondo le quali –prosegue il sacerdote- “chi perde il lavoro, ha diritto a un indennizzo”.

Suor Beatrice Fernando, che pure ha partecipato alla protesta tenendo cartelli sotto il sole caldo, osserva come “nessuno ascolta le richieste di questi lavoratori”.

S. Ginasada, 45enne ex dipendente di Coco Lanka, ripete che loro non possono vivere con il piccolo sussidio che ora ricevono e che vogliono “che il Dipartimento per il lavoro e il governo capiscano che anche noi esistiamo, come lavoratori disoccupati. Occorre dare attuazione alle leggi su lavoro e disoccupazione”.

G. Beatrice Silva, 61 anni, ex dipendente di Jewelarts, protesta che è stata licenziata nel febbraio 1994 e che lei e altri 300 ex dipendenti “ancora non abbiamo ricevuto un soldo dalla ditta. Sostenuti da organizzazioni come il Manawa Himikum Piyasa e altre, abbiamo fatto causa e il giudizio è pendente da circa 14 anni”, ma ancora senza esito. Le ditte “hanno sfruttato le nostre vite e ora ci hanno lasciato senza nulla. Sembra che nemmeno la giustizia ci aiuti”. “Per questo chiediamo al governo… di accorgersi di noi. Siamo come mendicanti. Chiediamo azioni immediate per fermare questa nostra agonia”.

Il gruppo Manawa Himikum Piyasa, che da anni sostiene questi lavoratori, ora li aiuta a organizzarsi insieme per lottare per i diritti.

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