05/12/2025, 10.54
PAKISTAN
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Punjab: la lenta rinascita dei villaggi cristiani sommersi dalle alluvioni

di Shafique Khokhar

AsiaNews ha incontrato gli abitanti di Kartarpur, distretto di Narowal, devastato dalle inondazioni dei mesi scorsi. Per giorni le persone hanno trovato rifugio sul tetto della chiesa, una delle poche costruzioni a essersi salvate dalla furia delle acque. Grazie al sostegno internazionale e alle donazioni raccolte da una parrocchia a Hong Kong sono giunti cibo, vestiti e medicinali. 

Kartarpur (AsiaNews) - In molte aree del continente asiatico non accenna a placarsi l’emergenza legata al maltempo, che ha causato pesanti inondazioni con migliaia di vittime e milioni di sfollati dall’Indonesia allo Sri Lanka, dove anche in queste ore si stanno abbattendo forti piogge. A fronte di una situazione di crisi che, per molti, assume contorni devastanti come lo tsunami del dicembre 2004, vi è una regione del Pakistan che sta cercando di risollevarsi, seppur a fatica, dalle alluvioni del settembre scorso che hanno messo in ginocchio ampie porzioni di territorio. Un percorso di ricostruzione che presenta numerosi elementi di criticità, perché l’impatto dei fenomeni atmosferici e della crisi climatica non si limita al momento dell’emergenza, ma prosegue nel tempo e richiede grande impegno e collaborazione di tutta la popolazione. 

Nel caso del Pakistan, le devastanti inondazioni hanno causato immense distruzioni, lasciando migliaia di famiglie senzatetto, affamate e in urgente bisogno di aiuto. Le piogge torrenziali hanno spazzato via case, bestiame e colture, stravolgendo le vite in poche ore. Circa 1,95 milioni di acri di terreno agricolo sono stati sommersi dall’acqua e, a distanza di due mesi, le persone lottano ancora oggi per la sopravvivenza. Uno dei luoghi simbolo della devastazione è Kartarpur, distretto di Narowal (Punjab), dove vivono oltre 200 famiglie cristiane colpite dalle piogge torrenziali e dalle inondazioni, che AsiaNews ha incontrato per raccontare le difficoltà e (faticosi) i tentativi di ripresa.

Grazie alla chiesa di Santa Teresa a Hong Kong e ad attivisti internazionali che hanno contribuito con raccolte fondi e di beni di prima necessità, le famiglie hanno potuto ricevere medicinali, vestiti pesanti e razioni alimentari. Nelle ultime tre settimane AsiaNews ha visitato i villaggi di Kartarpur e fornito loro materiale di soccorso, tra cui indumenti caldi come trapunte, lenzuola, cuscini, tessuti figurati, ceste alimentari che includono zucchero, riso, peperoncino rosso, farina, tre diversi tipi di legumi, cereali, tè, olio da cucina, ecc. Sono stati inoltre distribuiti anche kit per l’igiene comprendendi assorbenti, sciroppi, e diverse compresse. Nel contesto della visita a due centri di accoglienza, questo materiale è stato distribuito a 160 famiglie originarie di 14 villaggi di Kartarpur.

Niamat Masih, 45 anni, residente nel villaggio di Dhodhey Kartarpur, dopo aver ricevuto il materiale ha dichiarato: “In questo villaggio ci sono solo 17 famiglie cristiane, quando le inondazioni hanno colpito è stato come un incubo per noi. Le nostre case di fango - prosegue - sono state distrutte; vi erano da uno a due metri d’acqua nelle nostre case, siamo riusciti a portare tutti i membri della nostra famiglia sul tetto della chiesa vicina perché non era costruita con il fango, la sua struttura era più resistente. Abbiamo trascorso nove giorni e nove notti sul tetto della chiesa, abbiamo montato una tenda e siamo rimasti lì, continuando a pregare e a cantare inni. Grazie a Dio - conclude - siamo tutti sopravvissuti, ma non potremo mai dimenticare quelle scene orribili”.

Shareefan Bibi, 56 anni, residente a Maddhogol Kartarpur, ha aggiunto: “Nel nostro villaggio ci sono circa 20 famiglie cristiane, siamo tutti molto uniti. Il fiume Ravi dista solo due chilometri dal nostro villaggio. Era notte - ricorda la donna - quando l’alluvione ha colpito il nostro villaggio, non riuscivamo a capire cosa ci fosse successo, eravamo spaventati e regnava il caos totale, con urla di bambini e donne ovunque perché l’acqua era entrata nelle nostre case fatte di fango. Ci siamo precipitati tutti con i nostri figli in edifici più sicuri rispetto alle nostre abitazioni, come le due chiese e due case in mattoni, dove siamo rimasti. Avevo già visto le inondazioni del 1988 e ho visto anche questa inondazione del 2025, entrambe ci hanno lasciato nella disperazione e miseria”. “Il livello dell’acqua - prosegue - era di circa sei piedi, siamo riusciti a malapena a salvare il nostro bestiame, ma purtroppo molti hanno perso i loro animali, davanti ai loro occhi la gente ha perso le loro mucche, capre e piccoli bufali, erano impotenti contro la velocità e la profondità dell’acqua. Quei giorni sono stati orribili". “Abbiamo perso così tante cose, anche i nostri letti e i nostri vestiti caldi. Vi sono davvero grata - conclude - per il vostro sostegno. Se possibile, vi prego di aiutarci nella ricostruzione e nella ristrutturazione delle nostre chiese e delle nostre case. Un ringraziamento speciale e le mie preghiere alla chiesa di Santa Teresa di Hong Kong per l’amore e il sostegno che ha dimostrato nei confronti di noi poveri e oppressi”.

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