05/09/2017, 15.16
MYANMAR - VATICANO
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Pyay, ‘devozione e preghiera’. La Chiesa birmana attende la visita del papa in Myanmar

I cattolici sono circa 700mila, l’1% della popolazione. Mons. Alexander Pyone Cho, vescovo della diocesi: “Non vedono l’ora di dare il loro caloroso benvenuto al Santo Padre”. Le polemiche per l’appello di papa Francesco in favore dei Rohingya. “Non vi è motivo di temere per la sua sicurezza”. L’estremismo e gli interessi economici dietro le violenze in Rakhine.

Pyay (AsiaNews) – Nonostante le tensioni e le violenze in corso nel nord del Myanmar, la Chiesa cattolica birmana si prepara ad accogliere papa Francesco. Il pontefice compirà un viaggio apostolico nel Paese, visitando le città di Yangon e Nay Pyi Taw, dal 27 al 30 novembre 2017. AsiaNews ha intervistato mons. Alexander Pyone Cho, vescovo della diocesi di Pyay (regione di Bago), riguardo l’attesta dei cattolici per la visita del papa.

La Chiesa locale conta circa 700mila fedeli, che rappresentano l’1% della popolazione. La Santa Sede e la Repubblica del Myanmar hanno deciso di stabilire piene relazioni diplomatiche solo lo scorso 4 maggio, in occasione di un incontro privato tra papa Francesco e Aung San Suu Kyi. Il 12 agosto,  il pontefice ha nominato l’arcivescovo Paul Tschang In-Nam nunzio apostolico nel Paese. Seppur piccola minoranza, grande è la gioia con cui la comunità ha accolto la notizia della visita apostolica.

“I cattolici birmani – afferma mons. Pyone Cho – non vedono l’ora di dare il loro caloroso benvenuto al Santo Padre. Siamo molto felici. La nostra è una comunità molto devota, dedita alla preghiera e alla vita di chiesa”.

Tuttavia, alla gioia dei fedeli si contrappongono le critiche di parte della popolazione, in maggioranza buddista, verso il papa per l’appello in favore dei Rohingya lanciato durante l’Angelus dello scorso 27 agosto. “È vero, vi è chi ha espresso ira per quei commenti. Si tratta però di pochi ignoranti, che vivono di pregiudizi verso le altre religioni. Essi non sanno nemmeno cosa sia la Chiesa”, afferma il vescovo.

A seguito delle reazioni suscitate dalle parole del papa, alcuni cattolici hanno espresso timori per la sicurezza del suo viaggio. Mons. Pyone Cho allontana le paure: “Le aree che il Santo Padre visiterà sono pacifiche, non vi è motivo di temere per la sua sicurezza”.

I Rohingya, minoranza islamica dello Stato settentrionale del Rakhine sono un tema molto sensibile in Myanmar. “Le tensioni – dichiara mons. Pyone Cho – hanno radici antiche, risalenti al periodo coloniale, quando i musulmani sono giunti nel Paese dal Bangladesh, per essere impiegati nell’agricoltura. L’estremismo ha poi esasperato la situazione, provocando l'esplosione delle violenze del 2012. Da allora le cose sono peggiorate”.

Negli ultimi giorni, il Myanmar è al centro delle attenzioni della comunità internazionale per i nuovi scontri armati in corso dal 25 agosto e l’aggravarsi della crisi umanitaria in Rakhine. Il vescovo di Pyay afferma che dietro le ultime violenze non vi sono motivazioni di carattere religioso, bensì interessi economici. “I combattenti armati [musulmani] intendono appropriarsi delle terre, ricche di risorse, che appartengono ai gruppi etnici locali”.

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