22/03/2016, 11.25
PAKISTAN
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Quaresima in Pakistan, cresce “l’islamizzazione” del digiuno cristiano. L’allarme della Chiesa

di Kamran Chaudhry

Per molte famiglie i riti sono sempre più simili a quelli musulmani durante il Ramadan, compreso l’Iftar. Un catechista ammette: “I fedeli seguono le abitudini delle persone che li circondano”. Vescovo di Faisalabad: molta confusione, il digiuno cristiano “richiede semplicità e umiltà interiore”.

Lahore (AsiaNews) - Seduta sulla terrazza della sua casa, in compagnia dei vicini, la cristiana Rina Sardar attende l’arrivo dei catechisti per benedire la cena dell’Iftar, il pasto serale consumato secondo la tradizione dai musulmani per interrompere il digiuno durante il mese sacro del Ramadan.

Sono già passate le sei di sera e, con il trascorrere del tempo, i suoi ospiti si fanno sempre più impazienti. Accanto a lei si vede un grosso calderone riempito di riso e un vassoio colmo di frutta, coperto da un lenzuolo. Due ragazzi aspettano in piedi in un angolo, accanto ai congas [una sorta di tamburo, derivato dalla cultura africana]; vicino a loro vi è un gruppo di oltre 70 persone, la maggior parte delle quali sono donne. “Iniziamo con canti di adorazione, fino all’arrivo del Babu gee [catechisti, in lingua Punjabi]” spiega una delle persone del gruppo.

Infine, ecco arrivare il catechista Hanif Manzoor, che dà il via al programma di preghiera del 18 marzo [un venerdì di Quaresima] a partire dal terzo inno. “Ringraziamo Dio - afferma, prima di benedire la cena - per la festa allestita da questa famiglia”.

Negli ultimi 16 anni, la comunità cattolica della parrocchia di San Paolo a Lahore fornisce cibo ai propri membri durante il periodo di Quaresima. Intervenendo ai margini dell’evento, il catechista Manzoor sottolinea che l’Iftar è la cena tradizionale, che segue la giornata di digiuno dei musulmani dall’alba al tramonto durante il Ramadan. “Per i cristiani - spiega il catechista ad AsiaNews - tutto questo non è necessario. Continuo a ripeterglielo, ma i fedeli seguono le abitudini delle persone che li circondano. Almeno tre case di questa colonia promuovono una volta all’anno un pasto serale che rompe il digiuno”.

A dispetto delle parole del catechista, per la 38enne Rina Sardar la tradizione familiare deve continuare. “È stato mio padre a iniziarla - racconta - e ora è uno dei miei fratelli a procurare la cena dall’estero. È prassi comune che le persone distribuiscano succhi di frutta e riso all’esterno delle chiese durante i venerdì di Quaresima. Noi preferiamo fare tutto questo a casa”.

In linea con quanto successo negli anni precedenti, la Chiesa cattolica locale ha organizzato diversi incontri per chiarire quali sono i veri insegnamenti della Chiesa in tema di digiuno, e le differenze fra le pratiche cristiane e musulmane al riguardo in concomitanza con il periodo di Quaresima. I relatori hanno istruito con attenzione i fedeli in merito alle influenze ebraiche e islamiche nel corso della Quaresima.

Sul tema è intervenuto anche il vescovo di Faisalabad, mons. Joseph Arshad, il quale non ha nascosto la propria preoccupazione per l’impatto e le conseguenze di un ambiente a grande maggioranza musulmana sulla minoranza cristiana in tutta la nazione. “Una domanda ricorrente riguarda la durata del tempo di digiuno. Molti sono confusi - aggiunge il prelato - in merito all’accostarsi alla Comunione mentre osservano il digiuno”. E ho anche visto, osserva il vescovo esperto in diritto canonico, spendere ingenti somme per le cene dell’Iftar”. In realtà, conclude il vescovo di Faisalabad, il denaro “risparmiato grazie all’astinenza andrebbe speso per i poveri. La ragione spirituale insita nel digiuno cristiano richiede semplicità e umiltà interiore”.

Con più di 180 milioni di abitanti (di cui il 97% professa l'islam), il Pakistan è la sesta nazione più popolosa al mondo ed è il secondo fra i Paesi musulmani dopo l'Indonesia. Circa l'80% è musulmano sunnita, mentre gli sciiti sono il 20% del totale. Vi sono inoltre presenze di indù (1,85%), cristiani (1,6%) e sikh (0,04%).

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