24/07/2012, 00.00
FILIPPINE
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Quezon, una "bufala" la scoperta di una fossa comune per ostacolare il dialogo

La notizia è stata diffusa dai militari. Fonti di AsiaNrews affermano che il massacro risale agli anni ' 90 e vi è già stato un processo.

Manila (AsiaNews) - La scoperta di una fossa comune con 30 scheletri  risalente al periodo della guerriglia comunista, rimette in discussione i dialoghi fra governo e New People's Army, braccio armato del Partito comunista filippino. Il ritrovamento è avvenuto nei giorni scorsi nel villaggio di Pagsangahan (provincia di Quezon, Manila). Da una prima indagine condotta dai militari i resti risalgono a un massacro compiuto dai maoisti avvenuto nella seconda metà degli anni '80, quando i ribelli punivano tutti coloro che erano considerati collaborazionisti dell'esercito. In questi giorni,  Loretta Ann Rosales della Commissione governativa per i diritti umani, ha sottolineato che le autorità faranno di tutto per scoprire la verità sul crimine e i suoi autori.

Secondo i militari, la scoperta di questa nuova fossa comune e massacro getta una luce torbida sui responsabili impegnati nel dialogo.

P. Jose Dizon, della diocesi di Imus, sospetta che la notizia sulla fossa comune sia stata rimaneggiata da alcune fazioni militari contrarie ai negoziati in corso fra governo e partito comunista filippino e il braccio politico National Democratic Front (Ndf). "L'Ndf - afferma il sacerdote - ha già riconosciuto che la data dell'ipotetico massacro è errata. Esso dovrebbe risalire agli anni '90". Secondo p. Dizon il caso è stato chiuso diversi anni fa, con l'indennizzo delle famiglie".

Dal 3 aprile i dialoghi sono in fase di stallo a causa dell'arresto di Reynante Gamara, leader dell'Npa, avvenuto mentre era in vigore un'amnistia. Per il governo egli aveva preso parte ad alcuni sequestri e altri omicidi e per questo è stato arrestato. 

Il sacerdote  critica il presidente Benigno Aquino perché egli non ha una strategia politica in merito, nonostante i proclami fatti durante le elezioni 2010.  Ad esempio, sacerdote sottolinea che non ha punito quei militari sospettati di utilizzare il pretesto della lotta ai ribelli comunisti per mantenere alta la tensione e chiedere più fondi al governo. Alcune fazioni dell'esercito hanno addirittura commesso omicidi sommari e torture ai danni di civili e attivisti, che denunciavano le strumentalizzazioni.  

La guerriglia tra esercito filippino e ribelli comunisti dell'Npa, dura dal 1968. Essa ha provocato migliaia di morti e distrutto l'economia nelle aree rurali delle regioni centrali del Paese. Colloqui fra governo e ribelli sono avvenuti a fasi alterne e si sono arenati nel 2004 con l'inserimento dell'Ndf nei gruppi terroristici.  Ma sono stati ripresi a marzo, sul sito del movimento. A tutt'oggi fanno ancora parte dell'Npa circa 4.500 guerriglieri. I villaggi controllati dai ribelli sono invece 1.301. Questi sono concentrati soprattutto nelle province di Marinduque, Bohol, Romblon, Lyte e Misamis, tutte situate nell'arcipelago di Visayas (Filippine centrali). (D.V.)

 

 

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