16/07/2008, 00.00
CINA
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Rallenta l’economia cinese, gravi contraccolpi sulla borsa di Shanghai

Ieri la borsa di Shanghai ha “bruciato” 75 miliardi di yuan, dopo l’annuncio che la crescita economica rallenta. Preoccupazioni che dopo le Olimpiadi crollino i prezzi immobiliari. Esperti: sarà decisiva la politica economica del governo.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Grave caduta della borsa di Shanghai ieri (-3,43%, bruciati 75,2 miliardi di yuan, 7,5 miliardi di euro), dopo che i media hanno annunciato che rallenta la crescita economica. Nei primi 6 mesi del 2008 l’economia di Shanghai, principale centro commerciale e finanziario, è cresciuta del 10,3%, contro il 13% della prima metà del 2007, mentre si attende per domani un dato analogo per l’economia nazionale.

Ma Jun, economista capo della Deutsche Bank in Cina, osserva che “per le zone costiere è fondamentale il commercio con l’estero”, che negli ultimi mesi è rallentato, e prevede “un prossimo ulteriore rallentamento” della crescita.

Altre ragioni sono individuate nell’aumento dei prezzi (specie di materie prime, lavoro e per le misure antinquinanti), nella generale inflazione, nell’apprezzamento dello yuan e nelle perdite conseguenti alle recenti tempeste di neve e al terremoto del Sichuan.

Pessimisti molti esperti, che notano che l’intero Continente attraversa una severa crisi finanziaria, con gli indici delle borse asiatiche ai minimi dall’ottobre 2006, un’inflazione spesso superiore alla crescita nei singoli Paesi, una crescente difficoltà di molte imprese a restituire i finanziamenti. Concordano che saranno decisive le politiche finanziarie attuate dai singoli Paesi: si prevede che Pechino possa aumentare i rimborsi per le imposte sul valore aggiunto su alcune merci esportate, ma dovrà prevedere una politica di sussidi per le piccole e medie imprese, più esposte alle fluttuazioni di mercato. Osservano che l’economia cinese è trainata anche dal grande evento dei Giochi Olimpici e temono che, da settembre, si evidenzi la crisi del mercato immobiliare, con probabile caduta dei prezzi.

Un’altra incognita riguarda la politica monetaria: per contenere l’inflazione sono stati utili la crescita dello yuan e ripetuti aumenti del tasso di interesse bancario (ben 6 in un anno), ma ora per favorire l’economia Pechino potrebbe rallentare l’apprezzamento della valuta e non intervenire ancora nel settore creditizio.

La grande incognita resta il mercato azionario, anche perché – ha osservato ieri l’analista economico Fan Dizhao -  “c’è appena stato un totale crollo della fiducia” dei risparmiatori.

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