20/10/2004, 00.00
IRAQ
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Rapita un'altra operatrice di pace

L'Ong di Margaret Hassan sospende ogni attività fino al suo rilascio

Baghdad (AsiaNews) - Ha sospeso ogni attività in Iraq "Care International", l'organizzazione umanitaria alla quale appartiene Margaret Hassan, la donna rapita ieri mattina a Baghdad e che un video ha mostrato terrorizzata nelle mani dei terroristi. E Robert Glasser, responsabile di Care Australia, che con la rapita coordina gli interventi in Iraq ha dichiarato che l'attività non verrà ripresa fino alla liberazione della donna. "Stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere – ha detto – qualsiasi cosa sia umanamente possibile, per ottenere il rilascio di Margaret". Care, che opera in 72 Paesi, è presente in Iraq fin dalla Guerra del Golfo del 1991, dove presta interventi di emergenza, aiuto sanitario e per la potabilizzazione dell'acqua ed ha attualmente in Iraq una trentina di operatori, tutti iracheni.

In un intervento su Al-Jazeera, il marito di Magaret, Tahseen Ali Hassan, che ha la doppia nazionalità inglese ed irachena, ha detto che nessuna minaccia era arrivata alla donna prima del sequestro, avvenuto intorno alle 7.30 di Baghdad, quando due auto hanno affiancato quella della Hassan e l'hanno presa. Da allora "nessun segnale" da parte dei rapitori.

Ancora operatori umanitari, dunque, nel mirino dei terroristi, che sembrano disposti a spegnere ogni segno di speranza, pur di allontanare dal Paese tutti gli stranieri. Il rapimento di Margaret Hassan presenta infatti significative analogie con quello delle italiane Simona Pari e Simona Torretta. In entrambi i casi i rapitori miravano alle persone che hanno preso – nel loro ufficio le italiane, inseguita e fatta scendere dall'auto la responsabile in Iraq di Care international – ; in entrambe le situazioni si tratta di donne, a conferma del dispregio dei terroristi anche delle regole coraniche di protezione della donna; le rapite erano in Iraq da molto tempo, nel caso della Hassan, che è un'irlandese sposata con un iracheno, addirittura da 30 anni; le organizzazioni umanitarie per le quali operano non possono in alcun modo essere "accusate" di collaborare con gli occupanti.

In entrambe le situazioni, infine, c'è almeno una parte del mondo islamico che si sta schierando a favore delle rapite. "Mia moglie è benvoluta da tutti", ha detto Hassan, mettendo in rilievo che l'organizzazione umanitaria per la quale lavora "da 30 anni aiuta il popolo iracheno".

Il portavoce del "Soccorso islamico", Ideel Jafferi, ha detto che il personale "sta pregando per lei". "Noi chiediamo a chiunque la tenga in ostaggio di pensare alla sua famiglia ed al buon lavoro che sta facendo in Iraq e di rilasciarla il più presto possibile per farla tornare al suo buon lavoro". "E' Ramadan – ha aggiunto – tempo di pace e di benevolenza, in questo speciale mese sacro debbono pensare alla famiglia di Margeret ed alle persone che lei cerca di aiutare".

 

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