01/11/2018, 09.00
INDONESIA-VATICANO
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Responsabilità, assistenza e cooperazione per salvare gli oceani

Tecnologia, preoccupazioni per la sicurezza o ricerca di profitti “non devono limitare la nostra visione”. “Non basta nemmeno concentrarsi esclusivamente sulla biodiversità e sugli ecosistemi, se poi il ruolo della persona umana è messo da parte”.

Bali (AsiaNews) – Nella gestione delle risorse marine e oceaniche, è necessario “adottare comportamenti responsabili, nonché facilitare l'assistenza e la cooperazione per lo sviluppo delle comunità più vulnerabili”. Lo afferma l’arcivescovo Piero Pioppo (foto 1), nunzio apostolico in Indonesia e capo delegazione della Santa Sede alla conferenza internazionale “Our Ocean” (foto 2). Tra il 29 ed il 30 ottobre, il governo indonesiano ha ospitato sull’isola di Bali la quinta edizione dell’evento, dal titolo “Our Ocean, Our Legacy” e finalizzato alla salvaguardia degli oceani.

 “Gli oceani – ha dichiarato mons. Pioppo nel suo intervento – richiedono la nostra attenzione ed una volenterosa collaborazione per l'attuazione, da un lato, di un serio approccio interdisciplinare; dall'altro, del principio di sussidiarietà, che coinvolge i contesti locali, nazionali e regionali, oltre a quelli internazionali. L'obiettivo comune è garantire una reale protezione di ciò che la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos) descrive come ‘patrimonio comune dell'umanità’”.

Sottolineando quanto la questione dei mari sia importate per la Santa Sede, l’arcivescovo ricorda le iniziative intraprese dalla Chiesa cattolica. In particolare, i vari tipi di assistenza offerti ai marinai; il sostegno allo sviluppo delle comunità di pescatori e la protezione dei loro diritti; il lavoro incessante con ed in favore dei migranti; le attività svolte con le comunità minacciate dall'innalzamento dei mari; i programmi per la tutela dei fondali marini.

Il nunzio ha richiamato l’attenzione dei presenti su temi come i flussi migratori, l'esplorazione e lo sfruttamento delle risorse, nonché le questioni relative al commercio e ai trasporti. “Affinché – dichiara – questi interessi e attività siano veramente al servizio del bene comune, dell'intera famiglia umana e dello sviluppo integrale e armonioso di ogni persona e di ogni comunità, è importante che siano guidati da semplici principi etici. In particolare, una sana antropologia deve illuminare la nostra relazione con questo dono meraviglioso e impressionante - gli oceani”.

Tecnologia, preoccupazioni per la sicurezza o ricerca di profitti “non devono limitare la nostra visione”. “Non basta nemmeno concentrarsi esclusivamente sulla biodiversità e sugli ecosistemi, se poi il ruolo della persona umana è messo da parte”, ammonisce mons. Pioppo. Il presule invita ad “affrontare le minacce ai nostri oceani in modo coraggioso e adeguato”. “Spesso – afferma – le cause di queste minacce si trovano sulla terra: la migrazione pericolosa e forzata, il flagello del traffico criminale e l'inquinamento dei mari”.

Citando il messaggio di papa Francesco alla “Our Ocean” del 2017, l’arcivescovo ribadisce che “gli oceani ci ricordano la necessità di educare per l'alleanza tra umanità e ambiente” (cfr “Laudato Si'”, 209-215). “In questo senso – conclude – è opportuno istruire i giovani a prendersi cura degli oceani ma anche, per quanto possibile, aiutarli a crescere nella conoscenza, nell'apprezzamento e nella contemplazione della loro vastità e grandezza. La creazione può insegnarci lezioni preziose ed essere una fonte interminabile di ispirazione” (cfr “Laudato Si'”, 85).

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