06/11/2023, 12.12
INDIA
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Riconoscimenti per le religiose che lottano contro la tratta: premiata anche una suora indiana

di Nirmala Carvalho

Suor Seli Thomas ha ricevuto il Common Good Award, mentre suor Francoise Jiranonda, dalla Thailandia, e suor Patricia Ebegbulem, dalla Nigeria, sono state insignite di altri due importanti riconoscimenti per il loro lavoro contro il traffico di esseri umani. La cerimonia di premiazione si è tenuta a Londra alla fine del mese scorso in occasione della prima edizione dei Sisters Anti-Trafficking Awards (SATA), in cui si è celebrato il contributo delle suore cattoliche al movimento anti-tratta.

Londra (AsiaNews) - Un “simbolo di speranza per tutti i bambini, le donne e gli uomini che sono vittime, che subiscono vergogna e traumi”. Così la suora indiana Seli Thomas, delle Sorelle di Maria Immacolata, ha definito il Common Good Award, il riconoscimento che le è stato consegnato a Londra il 31 ottobre in occasione della prima edizione dei Sisters Anti-Trafficking Awards (o SATA), evento in cui si è celebrato il contributo delle suore cattoliche alla lotta contro la tratta di esseri umani. 

Suor Seli ha ricevuto il premio insieme ad altre due religiose per aver “dimostrato coraggio, creatività, collaborazione e successo nella protezione delle loro comunità dal traffico di esseri umani”. La suora di Maria Immacolata opera a Krishnagar, nel Bengala occidentale, impedendo che le giovani finiscano nelle reti dello sfruttamento: a tale scopo fornisce assistenza legale gratuita e gestisce seminari di sensibilizzazione per informare le donne e la comunità riguardo la migrazione sicura e la tratta di esseri umani, cercando di raggiungere anche i figli delle prostitute che vivono nei bordelli di Krishnanagar. 

Ricevendo il premio, la religiosa ha ringraziato gli enti organizzatori e ha raccontato la storia di una delle tante vittime che è riuscita a salvare, una donna sulla trentina che piangendo ha rivelato: “Sorella, dov’eri in tutti questi anni? Se ti avessi incontrato prima, non sarei mai stata una prostituta, non sarei stata vittima di tratta, venduta e rivenduta a uomini più e più volte dall'età di 12 anni”.

“È stato un pianto straziante e doloroso. Tutto quello che potevo fare era semplicemente abbracciarla, ma quel grido mi ha spinto ad andare oltre”, ha commentato la suora. “So bene che non posso cambiare il mondo intero, quello che posso fare è realizzare qualche trasformazione e dare speranza a chi è disperato e così salvare alcune vite dalla tratta, una persona alla volta”, ha aggiunto suor Seli. “Questo è quello che ho fatto negli ultimi 12 anni e spero di continuare a farlo per il resto della mia vita”, ha detto.

I Sisters Anti-Trafficking Awards sono stati sponsorizzati da Arise, una ong che lotta contro lo sfruttamento in tutto il mondo; l'Unione internazionale delle superiore generali, che rappresenta circa 600mila religiose provenienti da 80 Paesi e che ha fondato la rete anti-tratta Talitha Kum; e la Conrad N. Hilton Foundation, istituita dal noto albergatore nel 1944. L’evento ha riunito 200 persone provenienti dal mondo cattolico e non, tra cui l’ex premier britannica Theresa May e il maratoneta di origine somala Mo Farah.

Secondo i dati delle Nazioni unite, nel 2020 i tassi di rilevamento di crimini legati alla tratta sono diminuiti dell’11% e le condanne sono scese del 27%, evidenziando un generale rallentamento nella lotta al traffico di esseri umani in tutto il mondo, problema che si aggrava in alcuni Paesi in via di sviluppo. 

Le religiose “sono la più grande forza contro la tratta di esseri umani nel mondo" si legge in un comunicato stampa di Arise. “Le sorelle si trovano spesso in modo unico in aree remote, altrimenti fuori portata. Sono integrate nelle loro comunità e godono della loro fiducia: un aspetto fondamentale per un efficace lavoro anti-tratta”, ha affermato l'organizzazione.

Oltre a suor Seli Thomas, anche suor Francoise Jiranonda delle suore di St. Paul de Chartres dalla Thailandia e suor Patricia Ebegbulem delle suore di St. Louis dalla Nigeria hanno ricevuto diversi riconoscimenti. Dopo aver contribuito a sviluppare la rete di Talitha Kum in Thailandia in qualità di direttrice, suor Francoise opera oggi nella capitale Bangkok, dove ha aperto due scuole per proteggere le giovani donne thailandesi, sostenendo in particolar modo le donne di etnia karen provenienti dalle aree rurali. Alle studentesse sono offerti gratuitamente corsi di formazione professionale per sviluppare le proprie competenze.

Suor Ebegbulem, invece, ha fondato Bakhita Villa, dal nome della schiava sudanese che divenne poi Santa Giuseppina Bakhita, per riabilitare e reintegrare le donne sopravvissute alla tratta. Inoltre gestisce programmi di sensibilizzazione nelle aree rurali e nelle scuole ad alto rischio, fornisce istruzione e lavoro per fare in modo che le giovani restino lontane dal rischio della tratta. 

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