30/12/2003, 00.00
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Rinasce il quartiere ebraico di Shanghai, ma senza sinagoghe

Shanghai (AsiaNews) – Lan Leventhal, un affarista canadese, è in trattative con il governo cinese per dare nuova vita al vecchio quartiere ebraico di Shanghai, che si trova ad Hongkou, nella zona nord della città. Il progetto riguarda la ricostruzione e l'abbellimento delle vecchie strutture, oltre alla costruzione di nuove, destinate al commercio, per ridare slancio ad uno dei pochi centri che diede asilo ai rifugiati europei di razza ebraica, che sfuggivano dalle persecuzioni legate alla II Guerra Mondiale. Più di 30 mila ebrei si trasferirono a Shanghai fra il 1937 e il 1941.

Nel 1943 Zhoushan Lu era conosciuta come "Little Vienna".

Il Governo sembra favorevole al progetto, ma non consente l'apertura di sinagoghe all'interno dello spazio destinato agli ebrei, perché la religione ebraica non è una delle religioni riconosciute dallo Stato.

Il Console generale di Israele, Ilan Maor, ha commentato  " Potrebbe essere una seconda Xintiandi", riferendosi all'area situata nel centro della città, densa di ristoranti, bar e negozi, sviluppata dal gruppo di Hong Kong Shui On.

Ha inoltre aggiunto: " Guardate quanta gente visita il ghetto ebraico di Praga, anche se non ci sono molti ebrei che risiedono lì. Shanghai è orgogliosa del suo ruolo durante la guerra, quando ha ricevuto questi rifugiati. In città ci sono anche alcune ricche famiglie ebraiche, come i Sassoons, che supportano finanziariamente la gestione cittadina. Gli ebrei non sono un peso per Shanghai".

Comunque il Governo non ha intenzione di cedere sulla questione delle sinagoghe. Gli ebrei in Cina sono tollerati solo finché vivono la loro religione con discrezione e senza coinvolgere cinesi.

L'apertura di sinagoghe sarebbe un segnale pericoloso di cedimento, e i diplomatici ritengono che il governo non voglia creare precedenti pericolosi in materia religiosa.

 

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