07/05/2025, 14.50
INDIA - PAKISTAN
Invia ad un amico

Scontri Delhi-Islamabad, Chiesa indiana chiede de-escalation 'nel nome di papa Francesco'

di Nirmala Carvalho

Lanciando l'Operazione Sindoor contro il Pakistan, l'esercito indiano ha rivendicano un’azione “mirata, misurata e non provocatoria”, ma la risposta pakistana ha causato vittime tra gli studenti di una scuola cattolica. Il vescovo di Jammu Ivan Pereira: "Morti due studenti e i genitori gravemente feriti". Mons. Machado ad AsiaNews: “Preghiamo affinché i leader del nostro Paese portino avanti i tentativi di pace”

New Delhi (AsiaNews) – L’intervento dell’aeronautica militare indiana, ribattezzato “Operazione Sindoor”, lanciato all’1.44 di notte tra il 6 e il 7 maggio, è stato diretto contro “infrastrutture terroristiche” situate in Pakistan e nel Kashmir amministrato da Islamabad ha riferito il governo di New Delhi guidato dal primo ministro Narendra Modi. Secondo l’esercito indiano, l’azione sarebbe una risposta diretta all’attentato del 22 aprile a Pahalgam, nel Jammu e Kashmir, in cui sono rimasti uccisi 26 civili, in gran parte turisti indiani.

Il comando delle forze armate ha sottolineato che i missili sono stati lanciati con “armi stand-off” (che permettono al bersaglio di evitare in qualche modo l’impatto) e che “nessuna unità ha attraversato la Linea di Controllo” (LoC), la frontiera di demarcazione che divide la regione contesa del Kashmir. “Le nostre azioni sono state mirate, misurate e di natura non provocatoria. Non sono state prese di mira strutture militari pakistane. L’India ha dimostrato una notevole moderazione nella scelta degli obiettivi e nel metodo di esecuzione”, ha continuato l’esercito.

La stampa indiana ha riferito che le basi colpite sarebbero state utilizzate per pianificare e coordinare gli attacchi contro l’India da parte di gruppi terroristici come Lashkar-e-Taiba, Jaish-e-Mohammad e Hizbul Mujahideen, sigle accusate da New Delhi di operare con il sostegno dei servizi segreti pakistani, una versione che Islamabad ha smentito.

Tra i familiari delle vittime di Pahalgam, c’è chi ha accolto favorevolmente l’operazione dell’aviazione indiana. “Con l’Operazione Sindoor è stato reso omaggio a coloro che sono stati uccisi nell’attacco di Pahalgam”, ha dichiarato Pragati Jagdale, la cui vita è stata segnata dalla perdita del marito, Santosh. “Sono grata al premier Modi, Sono grata che le nostre emozioni siano state comprese. Il nostro sindoor è stato spazzato via dai terroristi, ma oggi sono molto felice che le nostre forze armate abbiano distrutto le basi dei terroristi in Pakistan”. Il “sindoor” è il segno, realizzato con pigmenti rossi, che le donne indiane indossano in mezzo all’attaccatura dei capelli per segnalare che sono sposate. Il termine è stato scelto come nome dell’operazione in riferimento al fatto che molti sarebbero stati uccisi nell’attentato di Pahalgam di fronte alle loro mogli. 

Anche Kunal Ganbote, figlio di Kaustabh Ganbote – un’altra vittima dell’attacco del 22 aprile – ha ringraziato pubblicamente le forze armate e il governo indiano per “aver condotto la missione” e “dato voce al dolore delle famiglie colpite”.

In seguito agli attacchi missilistici, l’esercito pakistano ha dichiarato di aver abbattuto alcuni jet indiani, mentre si sono riaccese le tensioni lungo la Linea di Controllo in Kashmir

Mons. Ivan Pereira, vescovo di Jammu, ha dichiarato ad AsiaNews che “tra le 6.30 e le 7 del mattino una granata pakistana è atterrata proprio dietro la nostra scuola gestita dalla diocesi a Poonch, colpendo la casa di uno dei nostri studenti; due studenti hanno perso la vita e i loro genitori sono rimasti gravemente feriti. Un’altra granata ha colpito il campus del convento della Congregazione della Madre del Carmelo (CMC), danneggiando i serbatoi dell'acqua e distruggendo le infrastrutture dei pannelli solari. I nostri sacerdoti e le nostre suore, insieme ai residenti locali - ha continuato il prelato -, si sono rifugiati nella sala sotterranea della struttura. Preghiamo per la pace".

“In questo giorno, 7 maggio, in cui i cardinali della Chiesa cattolica entrano in conclave per eleggere un nuovo Papa e soprattutto mentre ricordiamo il defunto Papa Francesco, un uomo noto per i suoi tentativi di pace e riconciliazione tra le nazioni, nel nostro Paese leggiamo il comunicato stampa del ministero della Difesa che annuncia di aver intrapreso l'Operazione Sindhoor, prendendo di mira le infrastrutture dei terroristi” in Pakistan, ha sottolineato mons. Peter Machado, arcivescovo di Bangalore. “La situazione potrebbe degenerare in un conflitto più grande e persino in una situazione di guerra. Se da un lato preghiamo per le vite dei soldati e dei civili di entrambi i Paesi, dall’altro ogni escalation verso una situazione di maggiore tensione è sempre motivo di grande preoccupazione. La guerra non è mai la soluzione. Nel ricordo di Papa Francesco, ci appelliamo e preghiamo in modo particolare affinché i leader del nostro Paese portino avanti i tentativi di pace nel Paese, a partire da un dialogo significativo e da sforzi di riconciliazione”, ha aggiunto Machado.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Kashmir, Modi riapre al dialogo con i leader locali
23/06/2021 12:12
I cristiani dopo la sentenza sul Kashmir: 'Ora si promuova sviluppo per tutti'
12/12/2023 10:39
'Kashmir files': il film che riaccende il conflitto tra musulmani e indù
18/03/2022 11:43
Missionario costretto a lasciare il Kashmir: “troppo buone” le sue scuole
12/07/2010
Islamabad, sperimentato missile nucleare che può colpire il cuore dell’India
27/07/2007


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”