10/01/2012, 00.00
NEPAL - PACE 2012
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Scuole cattoliche nepalesi da 60 anni insegnano i valori di pace indicati dal Papa

di Kalpit Parajuli
Superiore dei Gesuiti commenta il messaggio del Papa per la 45ma giornata mondiale della pace. I valori cattolici insegnati nelle scuole alla base del cambiamento dell’ex regno indù, diventato Stato laico nel 2006.
Kathmandu (AsiaNews) – “Le scuole cattoliche sono considerate i migliori istituti del Nepal, perché da decenni insegnano ai giovani i valori di pace e giustizia sottolineati da Benedetto XVI nel messaggio per la 45ma Giornata mondiale della pace”. È quanto afferma ad AsiaNews, p. Lawrence Maniyar, superiore regionale dei gesuiti, da oltre 35 anni impegnato nel campo dell’educazione. Secondo il sacerdote l’estremismo indù e l’intolleranza verso le minoranze religiose e sociali sono diffusi soprattutto da sistemi scolastici che non hanno al centro tali ideali.

“Fin dalla nostra prima missione – afferma p. Lawrence - abbiamo invitato le famiglie a iscrivere i propri figli solo se condividevano i nostri valori, che sono alla base della vita di ogni uomo”. Per Tirtha Khania, docente esperto di educazione, la presenza di scuole cattoliche accessibili a tutti ha giovato al cambiamento del Paese. Gruppi criminali e violenti come il Nepal Defense Army (Nda) sono il prodotto di insegnamenti sbagliati.

La comunità cattolica nepalese è nata proprio attraverso l’opera educativa dei gesuiti. Dopo aver istruito nei loro istituti di Darjeeling e Kurseong (India) il re Birendra e la regina Aishwarya, nel 1950 i gesuiti sono invitati dal generale Mrigendra Shamsher Rana, allora responsabile della pubblica istruzione in Nepal, ad aprire una scuola nel quartiere di Godivari alla periferia di Kathmandu. Rana affermerà in seguito di essere rimasto colpito dalla qualità dell’insegnamento e dal metodo educativo dei cattolici durante una visita alla St. Xavier School di Patna (India). A tutt’oggi la Compagnia di Gesù ha fondato 4 istituti, superiori e universitari. Essi gestiscono insieme alle locali comunità cattoliche 33 fra scuole primarie, secondarie e superiori. La maggioranza dei leader politici nepalesi si è formata all’interno di questi istituti.

Suddha Rauniyar, medico ayurvedico ed ex studente indù della St. Xavier School di Kathmandu , racconta che è impossibile scordare o distaccarsi dai valori di giustizia e pace imparati durante gli anni di studio dai gesuiti. In questi anni Rauniyar ha mantenuto i contatti con i suoi docenti e ha iniziato a lavorare come volontario fra i bambini di strada di Kathmandu. “Io sto facendo del mio meglio per diffondere il messaggio del Papa fra la gente – afferma - La mia speranza è che i nepalesi lo accolgano un giorno non come un proposito, ma come qualcosa da mettere in pratica”.

Dopo la caduta della monarchia indù nel 2006, il Nepal è diventato uno Stato laico. Nonostante il divieto di proselitismo, ai cristiani è consentita la celebrazione pubblica delle messe e delle attività religiose. Grazie a tali aperture i cattolici sono aumentati di 4mila unità in soli 5 anni e il numero è di circa 10mila fedeli. In totale, i cristiani nepalesi rappresentano circa il 3% della popolazione (29 milioni). Nei primi anni ’60 erano solo lo 0,2%.
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