13/09/2025, 12.15
EGITTO - TERRA SANTA
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Sinai: il monastero di Santa Caterina si riunisce per eleggere il nuovo superiore

Per domani mattina prevista la convocazione di un’assemblea generale straordinaria. Nei giorni scorsi l’egumeno Damianos ha rassegnato le dimissioni dopo tensioni interne e uno scontro con il patriarca Teofilo III. Nei mesi scorsi lo storico edificio oggetto di una (contestata) sentenza di esproprio da parte delle autorità egiziane. 

Il Cairo (AsiaNews) - In una fase critica della propria storia, dopo mesi di polemiche e tensioni per una sentenza di esproprio di un tribunale egiziano, il monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai, il più antico tuttora funzionante al mondo, annuncia la convocazione di un’assemblea generale straordinaria. La Fratellanza sinaitica ha indetto l’incontro per domani mattina alle ore 11, per decidere la nomina del nuovo egumeno e arcivescovo (greco-ortodosso) e superare una fase di profonde divisioni e problemi anche interni.

L’arcivescovo Damianos era stato deposto da alcuni monaci, che il superiore ha poi sconfessato aprendo una frattura che ha registrato anche l’intervento del patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme e del primate Teofilo III. Convocato da quest’ultimo a comparire l’8 settembre scorso davanti al Santo Sinodo (l’assemblea dei vescovi ortodossi), l’egumeno non si è recato nella città-santa ma mediante lettera ha rassegnato le dimissioni e l’abbandono definitivo del monastero. 

Secondo quanto spiega la nota emessa dal segretariato dello storico luogo di culto cristiano, il processo elettorale seguirà alcune fasi specifiche nella nomina del successore dell’arcivescovo Damianos. Una decisione che segue una fase di durissimo scontro e polemiche con il patriarca, oltre alle ombre sul futuro stesso dell’edificio sebbene la mediazione del governo greco e l’intervento della presidenza egiziana sembrano aver risolto (al momento) la controversia. 

La prima fase prevede la nomina del presidente e del segretario dell’Assemblea, seguita dalla finalizzazione dell’elenco dei membri regolari della Confraternita Sinaitica e di coloro che possono votare alle elezioni. Il passaggio successivo è la compilazione dell’elenco dei candidati, l’approvazione del testo dell'accordo tra l’arcivescovo e la Confraternita, la determinazione dei dettagli della procedura elettorale e la nomina della commissione elettorale. 

Il sacro monastero di Santa Caterina, situato ai piedi del Monte Sinai, è infatti una testimonianza dell’eredità duratura della fede, dell’erudizione e dell’armonia interreligiosa. Fondato nel VI secolo dall’imperatore Giustiniano I, è il più antico monastero cristiano abitato ininterrottamente nel mondo e sorge nel luogo in cui Dio è apparso a Mosè nel roveto ardente e sotto il monte del Decalogo, dove gli affida le tavole della Legge.

Un terreno che ha nutrito santi come Giovanni Climaco e Gregorio del Sinai, conservando il patrimonio archeologico e spirituale più prezioso della cristianità; tra i molti esempi troviamo la celebre biblioteca del Sinai coi suoi antichi manoscritti e la collezione più importante al mondo di icone su tavola pre-iconoclastica. A fine maggio le autorità egiziane, con una decisione del tribunale, avevano imposto la chiusura del monastero, il più antico tuttora funzionante al mondo, confiscato le proprietà annesse trasferendole alle Stato e imposto la cacciata dei religiosi.

Nella lettera di dimissioni, l’arcivescovo Damianos ha fatto riferimento alle difficoltà e alle minacce che il monastero ha affrontato nel corso della sua lunga storia: “Da allora, abbiamo sopportato molte tempeste, abbiamo affrontato molti pericoli... Con fermezza e perseveranza ho tenuto oltre le mura del nostro monastero tutti coloro che hanno cercato di danneggiarlo”. Nella sua lettera ha espresso preoccupazione per il futuro del monastero, indicando gravi sfide: “La grave questione della confisca giudiziaria e del sequestro della proprietà del nostro monastero, che è appena iniziata, minaccia la sua stessa esistenza e continuità storica. Allo stesso tempo, il nostro monastero rimane legalmente inesistente in Egitto”. Infine, egli ha sottolineato il bisogno di “unità e sostegno” attorno al nuovo abate “lontano dalle ambizioni e dalle ossessioni personali”.

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