17/11/2025, 13.30
SINGAPORE-MALAYSIA
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Singapore vuole bloccare MalaysiaNow per critiche su esecuzione di un malese

di Joseph Masilamany

Invocando la propria “legge contro le fake news” il governo della città-Stato ha ingiunto una rettifica a un articolo scritto dalla sorella dell’uomo che a ottobre ha subito la pena capitale. In caso di mancata pubblicazione con le modalità stabilite impedirà l’accesso al sito. Il portale respinge l’ordine ed esprime preoccupazione per una censura transfrontaliera.

Singapore (AsiaNews) – La città-Stato di Singapore ha invocato la sua controversa legge contro le fake news - il Protection from Online Falsehoods and Manipulation Act (Pofma) - per chiedere al portale malese di informazione MalaysiaNow di inserire una serie di “correzioni” in un recente articolo sull’esecuzione della condanna a morte del cittadino malese Pannir Selvam Pranthaman, figlio di un pastore evangelico.

Il ministero degli Interni di Singapore ha inviato al portale un dettagliato avviso di 18 pagine in cui elenca quelle che considera cinque “affermazioni false” contenute nell’articolo, scritto dalla sorella di Pannir, Sangkari Pranthaman. Il suo testo - intitolato La famiglia di un detenuto malese rivela scioccanti atti di minacce e inganni prima dell’esecuzione a Singapore - descriveva presunte intimidazioni e inganni che avrebbero preceduto l’esecuzione di Pannir l’8 ottobre, nove anni dopo una condanna per droga che molti difensori dei diritti umani hanno definito discutibile.

La notifica del ministero degli Interni va ben oltre la semplice segnalazione di inesattezze. Include istruzioni dettagliate sui passaggi esatti che Singapore vuole che MalaysiaNow inserisca nell’articolo, il punto preciso in cui collocarli e il testo dei “comunicati di correzione” che dovrebbero accompagnare i post correlati su X, Facebook e LinkedIn. Richiede inoltre che questi post sui social media vengano fissati in alto per un periodo prestabilito e che contengano un link a una pagina del governo di Singapore che presenta quelle che definisce “correzioni riguardanti false affermazioni” sul trattamento di Pannir.

Singapore ha chiesto a MalaysiaNow di conformarsi, avvertendo che “la mancata osservanza di questa direttiva senza ragionevole giustificazione costituisce un reato ai sensi della sezione 15 della legge”, una disposizione che permetterebbe al governo di bloccare l’accesso al portale all’interno di Singapore.

MalaysiaNow ha respinto immediatamente l’ordine. Il direttore Abdar Rahman Koya ha definito la richiesta “sconcertante, persino divertente”, aggiungendo che è irrealistico aspettarsi che un media malese segua istruzioni così dettagliate provenienti da Singapore. “Non prendiamo ordini dal nostro stesso governo; che cosa li porta a pensare che li prenderemmo da loro?”, ha dichiarato.

Esperti legali in Malaysia hanno da tempo avvertito che il Pofma apre la strada a Singapore per applicare le proprie leggi al di fuori dei suoi confini, invadendo di fatto la sovranità malese. Lo scontro di oggi richiama alla mente il caso del 2020 che coinvolse Lawyers for Liberty (LFL), quando Singapore chiese al gruppo malese per i diritti umani di pubblicare un “avviso di correzione” sul proprio sito. LFL si rifiutò, spingendo Singapore a ordinare ai fornitori di servizi internet locali di bloccare l’accesso al sito per gli utenti della repubblica. LFL contestò la direttiva presso i tribunali malesi e, lo scorso anno, la Corte Federale stabilì che l’azione di Singapore sollevava gravi questioni costituzionali - tra cui la domanda se leggi straniere possano prevalere sui diritti garantiti dalla Costituzione federale malese, tema su cui l’Alta Corte si è riservata di decidere.

Ai sensi della legge di Singapore contro le fake news, le persone possono incorrere in multe fino a 20mila dollari di Singapore o pene detentive fino a 12 mesi, mentre le organizzazioni possono essere multate fino a 500mila dollari. Queste pesanti sanzioni hanno portato molti blogger e media con sede a Singapore a conformarsi rapidamente agli avvisi governativi.
Il tentativo di Singapore di costringere un portale di notizie malese a modificare il proprio reportage è destinato a intensificare il dibattito sulla censura transfrontaliera, sulla libertà di stampa nella regione e sull’uso sempre più assertivo del Pofma al di fuori della giurisdizione della città-Stato.

 

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