20/04/2023, 15.40
VATICANO
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Sinodo: conclusa la fase continentale, a fine maggio l'Instrumentum laboris

In una conferenza stampa in Vaticano il bilancio delle Assemblee continentali tenutesi in questi mesi in vista dell'appuntamento di ottobre mentre una commissione è al lavoro sulla sintesi che farà da guida alla discussione. Mille i "missionari digitali" coinvolti nel lavoro parallelo svolto on line. Ascoltata anche l'esperienza delle altre Chiese cristiane sulla sinodalità. 

Città del Vaticano (AsiaNews) - L’Instrumentum Laboris del Sinodo in programma a ottobre non sarà una sintesi accademica o un riscontro statistico sui temi più affrontati nel percorso sinodale, ma un discernimento spirituale. E la Segreteria generale intende pubblicarlo entro la fine di maggio. È quanto emerso questa mattina nella conferenza stampa tenuta in Vaticano a conclusione della fase continentale del Sinodo, che ha avuto il suo momento culminante nelle sette Assemblee tenute a livello locale in questi primi mesi del 2023 per fare sintesi delle priorità emerse.

È stata sr. Nathalie Becquart - che in quanto sottosegretaria della Segreteria generale del Sinodo ha partecipato a ben quattro Assemblee continentali - a sottolineare alcuni tratti particolarmente significativi di questi momenti. «Innanzi tutto la centralità dell’esperienza dell’incontrarsi al di là dei documenti - ha citato la religiosa francese -. Per esempio l’Assemblea delle Chiese del Medio Oriente che si è tenuta in Libano a pochi giorni dal terremoto in Turchia è stata un’occasione per portare consolazione. Per alcuni in Africa venire a questo incontro ecclesiale ad Addis Abeba è stata addirittura la prima occasione per uscire dal proprio Paese...».

Le Chiese di ogni continente hanno avuto la possibilità di sottolineare i volti della sinodalità più vicini alla propria esperienza: «L’attenzione alla custodia del creato in Oceania, l’ecumenismo e la liturgia in Medio Oriente, la Chiesa come famiglia di Dio in Africa, la dimensione dell’interiorità e dell’armonia in Asia. Un altro dato importante è che con l’aumento del fenomeno delle migrazioni nessuna Chiesa locale oggi può davvero pensarsi solo a partire dalla propria comunità nativa. Su questo è interessante che proprio le comunità della Penisola Arabica, dove sono presenti cristiani di così tante nazionalità diverse, abbiano portato all’Assemblea del Medio Oriente la testimonianza di un bellissimo cammino sinodale».

Altro nodo cruciale è il tema dell'inculturazione: «Come essere un'unica Chiesa in questa diversità di culture e contesti? - l'ha riassunto sr. Becquart -. La domanda su che cosa vada deciso a ogni livello è uno dei temi che va emergendo. Come pure la volontà di rafforzare proprio questa dimensione continentale». 

Ora sui documenti conclusivi inviati a Roma da ciascuna di queste sette Assemblee sta lavorando una commissione di esperti che vede insieme vescovi, preti, religiosi e laici, uomini e donne con sguardi, provenienze ed esperienze differenti. Si sono riuniti a Roma la scorsa settimana e sul loro contributo alla redazione dell’Instrumentum Laboris durante la conferenza stampa si è soffermato l’arcivescovo di Perth, Timothy John Costelloe, presidente della Conferenza episcopale dell’Australia. “Ci siamo dati tempo per pregare - ha spiegato - per riflettere su quanto stavamo leggendo, per parlare apertamente e ascoltarci gli uni gli altri. Solo dopo abbiamo cominciato a discernere insieme i temi, le priorità e i punti di tensione da offrire come un contributo alla stesura della bozza dell’Instrumentum Laboris. E un aspetto importante di questa settimana sono stati gli incontri con i dicasteri della Curia Romana. Sono stati in se stessi buoni esempi dello stile che sta al cuore del percorso sinodale: dialoghi aperti, attenti, rispettosi nel parlare e nell’ascoltare”.

Parallelamente in questi mesi è proseguito anche il “Sinodo digitale”, la modalità di partecipazione che ha proprio negli “spazi digitali” della rete il suo luogo, per raggiungere quelle persone che non partecipano alle istituzioni ecclesiali ma vogliono lo stesso seguire questo cammino della Chiesa. Mons. Lucio Adian Ruiz, segretario generale del Dicastero per la comunicazione, ha tracciato un bilancio parlando di circa 1000 “missionari digitali” coinvolti con un “potenziale di 20 milioni di follower”. È stata raggiunta una popolazione ampia, soprattutto nell’età compresa tra i 18 e i 40 anni, tra quali un 30% di non credenti o persone lontane dalla Chiesa. Sono stati raccolti 150mila questionari provenienti da 115 Paesi. “I giovani – ha spiegato mons. Ruiz - hanno trovato una dinamica più consona a loro, in termini di tempi, forme e metodologie. I non credenti un percorso di avvicinamento e dialogo che ha permesso loro di esprimersi in modo più libero”.

Un’altra dimensione importante del cammino sinodale è stata, infine, quella ecumenica, promossa dal Dicastero per la Promozione dell’unità dei cristiani. “Nella logica dello scambio di doni - ha spiegato p. Hyachinte Destivelle - uno di quelli che i cattolici potrebbero ricevere dagli altri cristiani è proprio la loro esperienza sinodale”. A questo proposito tra il 2022 e il 2023 sono state organizzate quattro conferenze internazionali incentrate sulla comprensione e sulla pratica della sinodalità nelle grandi tradizioni cristiane: ortodossi, antiche Chiese orientali, protestanti storici e nuove realtà ecclesiali.

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