13/11/2008, 00.00
VATICANO
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Solenne celebrazione in Vaticano della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo

Nel 60mo anniversario del documento previsti un atto di riflessione e di studio ed un concerto alla presenza del Papa. Per la Chiesa i diritti umani esprimano la trascendente dignità della persona, unica creatura amata da Dio per se stessa, fine e mai mezzo.
Città del Vaticano (AsiaNews) - La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, della quale quest’anno ricorre il 60mo anniversario, è stata “un momento di fondamentale importanza nella maturazione, da parte dell’umanità, di una coscienza morale consona alla dignità della persona”. Per questo il Vaticano ha annunciato una serie di inizative promosse dal Pontificio consiglio giustizia e pace e si svolgeranno il 10 dicembre, giorno di nascita della Dichiarazione e che prevedono un atto commemorativo di riflessione e di studio, e un concerto alla presenza del Papa.
 
Prima dell’inizio del concerto, verranno anche assegnati i Premi attribuiti per il 2008 dalla Fondazione San Matteo, in memoria del cardinale François-Xavier Nguyên Van Thuân.
 
“La Chiesa – ha detto oggi il card. Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio, che ha presentato le iniziative della Santa Sede - ritiene che i diritti umani esprimano la trascendente dignità della persona, unica creatura amata da Dio per se stessa1, fine e mai mezzo, e pensa che la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomodel 1948 sia stata un momento di fondamentale importanza nella maturazione, da parte dell’umanità, di una coscienza morale consona alla dignità della persona”. Ricordando le parole di Giovanni Paolo II che ha definito la Dichiarazione “una vera pietra miliare sulla via del progresso morale dell’umanità”, il cardinale ha spiegato che “in questa prospettiva, la Chiesa non ha mancato di segnalare la propria preoccupazione ogni volta che il tema dei diritti umani veniva inquinato da nterpretazioni solo procedurali o legaliste, oppure quando la prassi concreta non ne rispettava i caratteri della universalità, della inviolabilità e della inalienabilità”.
 
“La Chiesa ha dato il proprio contributo sia con la riflessione sui Diritti umani alla luce della Parola di Dio e della ragione umana – si pensi alla trattazione che dell’argomento ha svolto il beato Giovanni XXIII nella Pacem in  Terris – sia con un impegno di annuncio e di denuncia che ne ha fatto un’infaticabile paladina della dignità dell’uomo e dei suoi diritti in questi sessant’anni”.
 
Benedetto XVI, infine, intervenendo il 15 aprile di quest’anno di fronte al’assemblea del’Onu, proprio a proposito della Dichiarazione ha rilevato come “il documento fu il risultato di una convergenza di tradizioni religiose e culturali, tutte motivate dal comune desiderio di porre la persona umana al cuore delle istituzioni, leggi e interventi della società, e di considerare la persona umana essenziale per il mondo della cultura, della religione e della scienza. I diritti umani sono sempre più presentati come linguaggio comune e sostrato etico delle relazioni internazionali. Allo stesso tempo, l’universalità, l’indivisibilità e l’interdipendenza dei diritti umani servono tutte quali garanzie per la salvaguardia della dignità umana. La vita della comunità, a livello sia interno che  internazionale, mostra chiaramente come il rispetto dei diritti e le garanzie che ne conseguono siano misure del bene comune…. Il merito della Dichiarazione Universale è di aver permesso a differenti culture, espressioni giuridiche e modelli istituzionali di convergere attorno ad un nucleo fondamentale di valori e, quindi, di diritti”.
 
All’atto commemorativo, ha infine informato il card. Martino, accanto a responsabili dei dicasteri della curia romana e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede prenderanno parte, tra gli altri, Juan Somavia, direttore generale dell'Organizzazione mondiale del lavoro e Jacques Diouf, direttore generale della Fao.
 
Il concerto sarà eseguito dalla Brandenburrgisches Staatsorchester di Frankfurt, diretta per l'occasione dal maestro Inma Shara, che sarà la prima donna a salire su un podio in Vaticano.
 
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