07/06/2005, 00.00
ITALIA - INDIA
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Solidarietà, il dono più grande del PIME alle vittime dello tsunami

Volontaria tornata dal Tamil Nadu testimonia la gratitudine, la speranza e il coraggio tra la popolazione locale, generate dall’attivo impegno dei missionari per la ricostruzione.

Milano (AsiaNews) – Un ricordo terribile, che non è riuscita “neppure a fotografare” e uno bellissimo “ancora impresso nella memoria”. Così Giuliana Benedusi, 55 anni, volontaria del PIME (Pontificio istituto missioni estere), tornata in Italia dopo 2 mesi in Tamil Nadu, lo Stato indiano più colpito dallo tsunami, sintetizza la sua esperienza.

“Non dimenticherò mai le tombe comuni di bambini, intere scuole, travolti dall’onda – racconta la donna – ma neppure l’entusiasmo e la gratitudine che ho visto negli occhi della gente per l’aiuto offerto dai missionari del  PIME”.

Per Giuliana i ricordi più belli del viaggio in India sono legati al villaggio di Satraskuppam, 100 km a sud di Madras. “Qui – racconta la donna – i padri del PIME hanno veramente portato la speranza e il coraggio di ritornare a vivere”. In questo villaggio la popolazione si divide tra indù e musulmani; non vi sono cattolici. “Tutti, però, sono profondamente legati al PIME ai sacerdoti e ai volontari locali”.

“La prima volta che sono usciti in mare a metà febbraio - continua - è stato con le barche acquistate con i fondi della campagna PIME”. Quando in quell’occasione p. Piero Gheddo, missionario con una lunga esperienza in India, ha inaugurato le barche, in molti esclamavano: “Non ci aiutano i nostri politici, eppure lo fate voi che arrivate da così lontano”.

La donna, con esperienza di volontariato anche in Thailandia, spiega che il dono più grande per questa gente è stato l’affetto e il sostegno umano offerto dal PIME. “A Satraskuppam, ad esempio, è stato costruito un campo giochi per cercare almeno di far tornare i bambini a sorridere”.

Giuliana racconta che al villaggio tutti, senza distinzioni di età, accolgono ogni volta con calore l’arrivo dei padri del PIME: “I più piccoli correvano ad abbracciarci e al capovillaggio – un uomo tra i 40 e i 50 anni – brillavano gli occhi quando incontrava p. Anthony Thota, il coordinatore della campagna Pime in India. Tra i due è nata un’amicizia profonda”.

Stasera Giuliana Benedusi porterà la sua testimonianza durante l’incontro al PIME di Milano per tracciare il bilancio della Campagna Pime per le vittime dello tsunami in Asia.

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