24/05/2024, 15.33
HONG KONG-GRAN BRETAGNA
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Spionaggio contro gli esuli di Hong Kong: rinviati a giudizio gli arrestati a Londra

Il 10 febbraio andranno a processo il funzionario (ex poliziotto) dell'Ufficio economico e commerciale di Hong Kong e l'addetto alla sicurezza accusati di violazione di domicilio e sorveglianza illegittima. Una terza persona che era stata fermata è stata trovata morta in circostanze misteriose. In oltre 200mila dall'ex colonia si sono rifugiati in Gran Bretagna negli ultimi anni. Si alza lo scontro diplomatico sulle attività ospitate dagli uffici "commerciali".  

Londra (AsiaNews/Agenzie) – Andranno a processo il prossimo 10 febbraio in Gran Bretagna Bill Yuen e Peter Wai, le due persone legate all’Ufficio economico e commerciale di Hong Kong (HKETO) di Londra arrestate nelle scorse settimane con l’accusa di attività di spionaggio e sorveglianza ai danni delle migliaia di esuli che hanno trovato rifugio nella capitale britannica dopo la repressione delle proteste del 2019. Lo ha stabilito oggi a Londra il giudice di fronte al quale sono comparsi ai sensi della locale legge sulla sicurezza nazionale, confermando nel frattempo la libertà su cauzione. Con loro era stata fermata anche una terza persona, il britannico Matthew Trickett, trovato morto in un parco domenica 19 maggio in circostanze non chiare pochi giorni dopo la scarcerazione.

L’intera vicenda sta diventando un caso diplomatico internazionale per i riflettori accesi sulla rete degli HKETO, 14 uffici di rappresentanza presenti in vari Paesi del mondo per promuovere le attività economiche della metropoli cinese, ma che gli attivisti per i diritti umani accusano di ospitare - dietro alle garanzie offerte dall’immunità diplomatica - attività di spionaggio e intimidazione ai danni degli esuli di Hong Kong. Un tema particolarmente caldo a Londra che - avendo aperto le porte a tutti gli hongkongesi in possesso di un passaporto britannico dopo la repressione delle proteste del 2019 – ha visto arrivare più di 200mila persone in Gran Bretagna da quella che fino al 1997 era una propria colonia. E proprio in questi giorni Londra ha diffuso i dati sui visti concessi a questa categoria di cittadini nei primi 3 mesi del 2024: i dati mostrano che con l’approvazione della nuova legge sulla sicurezza nazionale ai sensi dell’articolo 23 le partenze da Hong Kong sono ricominciate a crescere con 10.737 nuovi arrivi, un dato in crescita rispetto allo stesso periodo del 2023.

Yuen, Wai e Trickett erano stati arrestati all'inizio di maggio dopo aver presumibilmente tentato di introdursi illegalmente nell'abitazione di uno di questi hongkongesi con passaporto britannico che vivono a Londra. Sono stati inoltre accusati di “raccolta di informazioni, sorveglianza e atti di inganno, in grado di aiutare materialmente un servizio di intelligence straniero” tra il 20 dicembre 2023 e il 2 maggio 2024.

Bill Yuen, 63 anni, è un dirigente dell'Ufficio economico e commerciale di Hong Kong (HKETO) di Londra, nonché un ufficiale di polizia di Hong Kong in pensione. È accusato di aver incaricato Wai e Trickett di condurre le operazioni di sorveglianza e l'irruzione nella casa. Peter Wai, 38 anni, è il direttore di una società di sicurezza privata registrata nel Regno Unito, la D5 Security Consultancy Limited, con cui collaborava anche il 37enne Matthew Trickett, l’uomo trovato morto. Secondo alcune testimonianze questi avrebbe annunciato l’intenzione di togliersi la vita dopo l'arresto, ma esistono comunque dubbi su questa ricostruzione. E da Hong Kong ieri lo stesso segretario per il Commercio e lo Sviluppo economico Algernon Yau ha chiesto alle autorità britanniche “la verità” dietro a questa morte, in quella che è stata la prima presa di posizione da parte cinese su tutta la vicenda.

Nel frattempo in Gran Bretagna sette parlamentari appartenenti a forze politiche tra loro diverse hanno chiesto espressamente di rivedere lo status diplomatico e i privilegi garantiti al HKETO. “Se dal processo dovesse emergere che i suoi funzionari operavano al servizio della repressione oltre i confini nazionali, andando al di là dei compiti legittimi legati alla promozione dell’economia e del commercio - scrivono - andrebbe considerata anche l’opzione della chiusura dell’ufficio”.

 

Foto tratta dal proflio X di Hong Kong Democracy Council

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