02/07/2025, 10.07
SRI LANKA
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Sri Lanka, in stallo mega investimento cinese da 3,7 miliardi

di Arundathie Abeysinghe

Dopo la firma, è fermo da inizio anno il più grande intervento economico straniero nella storia dello Sri Lanka. La raffineria del colosso di Pechino Sinopec a Hambantota è bloccata per divergenze col governo sulla porzione della quota di mercato locale. Salutato come "piano di rilancio economico", ora si teme che danneggi il settore petrolifero e la sicurezza energetica.

Colombo (AsiaNews) - Il più grande investimento diretto estero (IDE) mai realizzato in Sri Lanka - 3,7 miliardi di dollari dell’azienda petrolifera cinese Sinopec ad Hambantota (Provincia Meridionale) - è in stallo dopo sei mesi. La principale causa sono le divergenze tra il governo e l’azienda sulla porzione della quota di mercato locale, sebbene l'accordo per il progetto sia stato firmato all’inizio di quest'anno tra il Ministero dell’Energia e Sinopec. 

Il progetto sta subendo ritardi per molteplici questioni. Tra esse, le controversie sulla struttura azionaria, le concessioni fiscali, l’assegnazione dei terreni per il progetto, e, come già ricordato, l’accesso al mercato. Sinopec ha cercato di ottenere un accesso illimitato al mercato srilankese per i suoi prodotti raffinati, mentre il governo ha posto un limite del 20% alle vendite nazionali. Il progetto della raffineria cinese da 3,7 miliardi di dollari, una struttura gigantesca e all’avanguardia a Hambantota, era stato inizialmente siglato nel 2023 durante il precedente governo.

In teoria, questo importante progetto d’investimento dovrebbe sostenere la crescita economica dello Sri Lanka, migliorando al contempo le condizioni di vita delle comunità a basso reddito di Hambantota. Secondo gli analisti, la logica che supporta le limitazioni imposte dal governo dello Sri Lanka, è quella di proteggere la nascente Ceylon Petroleum Corporation (CPC), di proprietà dello Stato, che sta già lottando contro le perdite, l’invecchiamento delle infrastrutture e i passati scandali di corruzione.

Gli studiosi ritengono che l'accordo sia stato precedentemente salutato come un “piano di rilancio economico”. Tuttavia, è attualmente in fase di stallo per la questione cruciale dell'accesso al mercato interno. Si tratta, quindi, di uno “scontro tra priorità commerciali e politiche”. Secondo il Segretario del Ministero dell’Energia, prof. K.T.M.U. Hemapala, sono state presentate a Sinopec e al governo cinese diverse richieste, tra cui quella di assegnare altri terreni e di fornire acqua al governo per il progetto.

Inizialmente il governo aveva offerto 500 acri di terreno per il progetto ad Arabokka, Hambantota. Tuttavia, Sinopec ha successivamente richiesto altri 200 acri di terreno a circa tre chilometri dal controverso porto cinese di Hambantota. Nel frattempo, l’Autorità centrale per l'ambiente (Cea) ha notificato a Sinopec i termini di riferimento per effettuare uno studio di impatto ambientale e presentare il relativo rapporto. Fondata nel 2019, la Sinopec Fuel Oil Lanka (Private) Limited (SFOL) è un'importante società petrolifera internazionale cinese, registrata dal Board of Investment (BOI) come società hub con sede ad Hambantota.

Gli ingegneri petroliferi Ramesh Punchihewa e Akalanka Sugathadasa hanno informato AsiaNews che “l'impianto, con una capacità di lavorazione di 200mila barili al giorno, servirà principalmente i mercati di esportazione, aumentando le entrate in valuta estera del Paese”. Il progetto era stato inizialmente proposto durante la presidenza di Ranil Wickremesinghe. L'ex ministro dell'Energia e dell'Elettricità Kanchana Wijesekera si era confrontato con i rappresentanti della Sinopec, che avevano confermato l'intenzione di raddoppiare la capacità della raffineria rispetto alle stime precedenti. “A metà del 2024 è stato finalizzato uno studio di fattibilità per la costruzione di una raffineria da 160mila barili al giorno o di due impianti da 100mila barili al giorno di greggio. Il Gabinetto ha approvato l'investimento nel novembre 2023, inizialmente valutato in 4,5 miliardi di dollari”.

“Attualmente, la capacità di raffinazione dello Sri Lanka presso la raffineria Sapugaskanda, costruita nel 1969 dalla CPC sotto la guida dell'Iran, è limitata a 38mila barili al giorno - aggiungono gli ingegneri -. La nuova raffineria dovrebbe colmare questa lacuna, rafforzando al contempo le infrastrutture energetiche del Paese. Secondo le stime, il 70% della produzione della raffineria è destinato all'esportazione, in particolare ai mercati dell'Asia meridionale e dell'Africa, mentre il resto, fino al 30%, è destinato a soddisfare la domanda interna di carburante dello Sri Lanka”.

Nel frattempo, alti funzionari della Ceylon Petroleum Corporation hanno espresso il timore che “un accesso illimitato al mercato per Sinopec possa turbare gravemente il settore petrolifero dell’isola-nazione e influire negativamente sulla sicurezza energetica”. Insomma, permettere a un colosso come Sinopec di accedere senza restrizioni al mercato dell’energia, potrebbe sventrare la capacità locale e mettere sotto controllo straniero le forniture energetiche.

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