03/06/2009, 00.00
PAKISTAN – INDIA
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Strage di Mumbai, liberato estremista islamico. Tensione fra India e Pakistan

di Qaiser Felix
La crisi diplomatica causata dalla decisione dell’Alta Corte di Lahore di rilasciare Hafiz Saeed, fondatore del movimento estremista islamico Lashkar-e-Taiba. Islamabad parla di “insufficienza di prove” e definisce le polemiche “fuori luogo”. Il governo indiano denuncia la “mancanza di serietà” nella lotta al terrorismo.
Lahore (AsiaNews) – Il governo indiano è contrariato per la decisione dell’Alta Corte di Lahore di rilasciare il leader del movimento islamico Jaamat-ud-Dawa (JD), sospettato di coinvolgimento nella strage di Mumbai del 26 novembre scorso. Delhi denuncia la mancanza di “serietà” di Islamabad nella lotta al terrorismo, requisito essenziale per “la ripresa dei dialoghi” fra i due Paesi.
 
Nel dicembre 2008 il Ministero pakistano degli interni aveva ordinato l’arresto di sei esponenti di prima fila del Jaamat-ud-Dawa – tra i quali il leader Hafiz Saeed – con l’accusa di aver partecipato alla preparazione dell’attacco. Ieri l’Alta Corte di Lahore ha disposto il rilascio di Saeed – in carcere dall’11 dicembre scorso – per “insufficienza di prove”.  
 
Immediata la reazione del governo indiano, che denuncia una “mancanza di serietà” nell’affrontare la questione legata al terrorismo. P Chidambaram, Ministro degli interni, sottolinea che la decisione dell’Alta Corte di Lahore “ha rovinato la possibile ripresa del dialogo con Islamabad” e testimonia “l’impegno” che viene profuso per individuare i colpevoli della strage.
 
Pronta la replica del governo pakistano, che invita il vicino a “non commentare le decisioni” del tribunale e a “non metter in dubbio la sincerità dell’impegno”. “Polemiche e insinuazioni prive di fondamento – ribatte Abdul Basit, portavoce del Ministero degli esteri – non aiutano la giustizia. Non vi possono e non vi devono essere interferenze al processo” e definisce le accuse del governo indiano “fuori luogo”. Basit ricorda che Delhi deve ancora fornire “una traduzione in inglese” del materiale raccolto sulla strage di Mumbai, consegnato al Pakistan il 20 maggio scorso in lingua Hindi e Marathi.
 
All’indomani dell’attentato del 26 novembre – in cui morirono 166 persone – il governo indiano aveva subito puntato il dito contro le frange fondamentaliste islamiche con base in Pakistan. Fra i maggiori sospettati il gruppo estremista Lashkar-e-Taiba (LeT), fondato nel 1985 dallo stesso Hafiz Saeed; esso sarebbe l’autore dell’attacco al parlamento di Delhi nel 2001 e di una serie di attentati in diverse città indiane tra il 2003 e il 2005.
 
Nel 2002 l’allora presidente pakistano Musharraf ha dichiarato illegale il movimento LeT, senza riuscire a bloccarne le attività terroriste. Il Jaamat-ud-Dawa è il braccio politico e “caritativo” del Lashkar-e-Taiba, bandito anch’esso nel 2008 all’indomani della strage di Mumbai e l’arresto di Saeed.
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