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CINA-EUROPA
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Svezia espelle giornalista cinese per minaccia alla sicurezza

di John Ai

Fondatrice di un sito web per la propaganda cinese. Intanto la Repubblica Ceca sta valutando di espellere un diplomatico cinese per aver seguito la vicepresidente eletta di Taiwan Hsiao Bi-khim durante la sua visita a Praga a marzo.

 

Milano (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità svedesi hanno ordinato l'espulsione di una giornalista cinese e il divieto di ritorno permanente per motivi di sicurezza nazionale. La giornalista è stata arrestata dai servizi di sicurezza svedesi nell'ottobre dello scorso anno e allontanata dal territorio svedese la scorsa settimana.

L'emittente nazionale svedese SVT non ha diffuso il nome della giornalista, ma ha divulgato alcune informazioni. La giornalista è una donna di 57 anni, arrivata in Svezia circa 20 anni fa. Si è sposata con un uomo svedese da cui ha avuto dei figli. Secondo il rapporto, la donna ha stretto legami con l'ambasciata cinese a Stoccolma e con alcune persone legate al governo cinese. La giornalista ha lavorato anche in altri Paesi nordici, tra cui Danimarca e Finlandia.

Secondo il sito di informazione svedese, Kinamedia, che si occupa di questioni relative alla Cina, la giornalista espulsa sarebbe Xuefei Chen Axelsson (陈雪霏), fondatrice del sito web filo-governativo cinese, Green Post. Il Servizio di sicurezza svedese avrebbe scoperto che il suo sito web era pagato dall'ambasciata di Pechino a Stoccolma per pubblicare articoli a favore del governo cinese. Sul sito web di Green Post si trovano articoli di propaganda, come una mostra fotografica sullo Xinjiang a Stoccolma. Secondo la presentazione del sito, la stessa Chen, in qualità di redattore capo, ha lavorato negli anni passati per i media ufficiali cinesi, tra cui China Radio International e Xinhua News Agency.

Anche il sito web dell'Ambasciata cinese a Stoccolma non ha indicato il nome del giornalista, ma ha esortato le autorità svedesi a garantire che i legittimi diritti e interessi dei cittadini cinesi non vengano violati. “Ci opponiamo a causare problemi diffondendo voci – si legge nella nota - ci opponiamo all'ideologizzazione, ci opponiamo alle accuse infondate e alle calunnie contro la Cina”. L’avvocato Leutrim Kadriu che difende la donna ha insistito sul fatto che non avrebbe danneggiato la sicurezza nazionale della Svezia, ma il suo appello è stato respinto.

Le tensioni tra Svezia e Cina durano ormai da diversi anni. Alla fine del 2015, il cittadino svedese ed editore Gui Minhai scomparve mentre era in vacanza in Thailandia. Anche diversi dipendenti della sua casa editrice di Hong Kong, famosa per la vendita di libri sulla politica cinese, sparirono nel nulla. Si pensa che agenti di sicurezza cinesi li abbiano rapiti per riportarli in Cina. Nel 2018, inoltre, il tibetano Dorjee Gyantsan è stato condannato a 22 mesi di carcere per aver spiato per conto delle autorità cinesi la comunità tibetana in Svezia.

Tutto questo accade mentre crescono in Europa i timori su una presenza aggressiva della Cina. Secondo quanto riportato dalla Repubblica Ceca, la vicepresidente eletta di Taiwan Hsiao Bi-khim è stata seguita da un diplomatico cinese durante tutta la sua visita a Praga a marzo. A un certo punto l'auto sospetta è passata con il rosso e ha quasi causato un incidente. La polizia l’ha così fermata e ha scoperto che il conducente apparteneva alla sezione militare dell'ambasciata della Repubblica popolare cinese a Praga. Il governo ceco sta valutando la possibilità di inserire il diplomatico militare cinese nell'elenco delle persone non gradite, che porterebbe all'espulsione definitiva.

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