25/05/2021, 12.54
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Taipei ancora esclusa dall’Assemblea dell’Oms: pesa il veto di Pechino

La questione non è stata inserita nell’agenda dei lavori dell’organismo Onu, riunito per la sua sessione annuale. Gli alleati dei taiwanesi hanno spinto per l’inclusione, ma non il Vaticano. I cinesi sostenuti da partner come il Pakistan. L’isola alle prese con una recrudescenza della pandemia.

Taipei (AsiaNews) – Taiwan è stata esclusa dall’Assemblea dell’Organizzazione mondiale della sanità per il quinto anno consecutivo. La questione non è stata inserita nell’agenda dei lavori dell’organismo, riunito da ieri in modo virtuale per la sua seduta annuale, che si concluderà il primo giugno. La presidenza di turno, quest’anno del Bhutan, ha preso la decisione sulla base delle obiezioni presentate dalla Cina.

Pechino boicotta la partecipazione di Taipei a organizzazioni e forum internazionali. Per le autorità comuniste, l’isola è una “provincia ribelle” da riconquistare. Taiwan è stata espulsa dall’Oms nel 1972, dopo che la Repubblica popolare cinese ha ottenuto il suo seggio alle Nazioni Unite. Da allora i taiwanesi hanno potuto partecipare ai lavori dell’Assemblea solo dal 2009 al 2016 in qualità di osservatori: il periodo coincide con la presidenza del nazionalista filo-Pechino Ma Ying-jeou.

Nei giorni scorsi 13 dei 15 Stati che intrattengono formali relazioni diplomatiche con Taiwan hanno lanciato un appello per la sua inclusione nell’Assemblea. All’iniziativa non hanno aderito solo Paraguay e Vaticano: la Santa Sede ha uno status di osservatore nell’organizzazione. Anche Stati Uniti, Unione Europea e altre nazioni del fronte occidentale sostengono la partecipazione di Taipei.

Ieri i rappresentanti di Nauru ed Eswatini hanno presentato in modo formale la proposta per l’accoglimento della richiesta taiwanese, subito respinta da Cina e Pakistan. Islamabad è partner della Belt and Road Initiative (le “nuove Vie della seta”) di Pechino; il colosso cinese è anche il principale fornitore di armi all’esercito pakistano.

Fino a metà maggio Taiwan ha contenuto in modo efficace la pandemia da Covid-19, e ciò nonostante l’assenza di rapporti diretti con l’Oms. I casi di contagio sono saliti ora a una media di 500 giornalieri, numeri che hanno suscitato preoccupazione nella popolazione e spinto le autorità a reintrodurre misure di prevenzione cancellate da mesi.   

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