19/10/2009, 00.00
IRAN - PAKISTAN
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Teheran accusa il Pakistan per l’attacco contro i pasdaran

Almeno 42 persone sono rimaste uccise e decine ferite. Jundallah (l’esercito di Dio) gruppo sunnita, ha rivendicato l’attacco. Il Pakistan accusato di dare rifugio ai terroristi. Accusati anche Stati Uniti e Gran Bretagna. Il Sistan-Balucistan è la via della droga dall’Afghanistan all’Europa. Oggi a Vienna si dovrebbe giungere a un accordo per il trattamento dell’uranio iraniano impoverito.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente iraniano ha accusato il Pakistan di essere coinvolto nell’attacco suicida che ha ucciso ieri un gruppo dirigente delle Guardie rivoluzionarie. Accuse di sostegno al terrorismo anche contro Stati Uniti e Gran Bretagna, a poche ore dall’incontro a Vienna per un accordo sul problema del nucleare iraniano.

Almeno 42 persone sono state uccise e decine ferite nell’attacco nel sud-est del Paese, il Sistan- Balucistan. Sette comandanti dei Guardiani della rivoluzione sono stati uccisi, decapitando la leadership del gruppo che controlla la zona, famosa per essere un punto di passaggio della droga dall’Afghanistan-Pakistan verso l’Europa. Fra gli uccisi vi sono il generale Nour-Ali Shoushtari, vice-comandante dell’esercito dei Guardiani della rivoluzione, e Rajab-Ali Mohammad-Zadeh, comandante dell’area. Lo scoppio è avvenuto mentre tutti questi stavano avendo un incontro fra gruppi rivali di sunniti e sciiti.

L’Iran accusa il gruppo terrorista Jundallah (l’esercito di Dio), che già in passato è stato responsabile di altri attacchi, e domanda al Pakistan di perseguirli perché essi usano il territorio pakistano come base e rifugio. Jundallah è un gruppo sunnita e cerca di destabilizzare il Sistan –Balucistan che ha popolazione a maggioranza sunnita nell’Iran, a larga maggioranza sciita.

Il presidente Ahmadinejad ha dichiarato che “Alcuni agenti pakistani della sicurezza cooperano con gli elementi principali di questo incidente terrorista”.

Il precedenza, il presidente della Majlis (parlamento), Ali Larijani, aveva accusato gli Stati Uniti.

“Gli ultimi atti di terrorismo – ha detto – risultano dall’azione degli Stati Uniti e mostrano l’animosità degli americani a nostro riguardo”. Le Guardie rivoluzionarie hanno accusato anche la Gran Bretagna.

Il portavoce Usa del Dipartimento di Stato, Ian Kelly, ha condannato il gesto terrorista e a bollato come false le accuse contro gli Stati Uniti. Anch Londra ha condannato l’attacco e deplorato la perdita di vite umane.

La tensione creatasi con l’attacco terrorista e le accuse contro gli stranieri rischiano di rendere difficile l’incontro che si terrà oggi a Vienna fra Iran, Stati Uniti, Russia e Francia per trovare una soluzione al progetto nucleare iraniano. Da tempo la comunità internazionale sospetta che Teheran stia potenziando il suo programma nucleare a scopi bellici. L’Iran invece ne rivendica l’uso per scopi pacifici. A Vienna si dovrebbe definire un accordo secondo cui Russia e Francia accetterebbero di arricchire l’uranio iraniano per permettere a Teheran il suo uso come combustibile.

Se l’Iran non accetta questa soluzione, diversi Paesi – fra cui gli Stati Uniti - esigono un pesante incremento delle sanzioni contro la Repubblica islamica. Ma Russia e Cina hanno già fatto capire che essi non saranno d’accordo.

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