28/10/2010, 00.00
CINA
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Terre rare: la Cina riduce l’esportazione, preoccupazione in tutto il mondo

Le terre rare sono essenziali per l’industria di alta tecnologia. Fino al 2009 la Cina ha coperto il 97% del fabbisogno mondiale ma ora ha ridotto l’esportazione e dice di non volere “esaurire” le riserve. L’Europa studia azioni formali, gli Stati Uniti chiedono a Pechino di “chiarire”.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – “La Cina non userà le terre rare come oggetto di scambio”, ma rivendica il diritto di estrarle ed esportarle in modo da “proteggere questa risorsa non rinnovabile”. Portavoce del ministero cinese per l’Industria e l’Informazione tecnologica Zhu Hongren ha così risposto oggi alle crescenti preoccupazioni mondiali per la forte diminuzione della vendita di questi minerali.

I 17 elementi chiamati terre rare possiedono magnetismo, luminescenza e altre proprietà indispensabili per produrre computer, laser, componenti elettronici e per le tecnologie per l’energia pulita. Sono anche usati per scopi bellici. Finora la Cina ha fornito il 97% mondiale di questi minerali (120mila tonnellate nel 2008). Ma quest’anno Pechino ne ha diminuita l’esportazione di circa il 40% rispetto al 2009 e addirittura del 72% negli ultimi mesi, adducendo la necessità di non esaurire le riserve. Fra l’altro l’esportazione è molto diminuita verso il Giappone, dopo i problemi diplomatici esplosi a settembre sulla titolarità della Isole Senkaku (Diaoyu per i cinesi), seppure la Cina ha addotto meri problemi burocratici.

Questo ha suscitato grave preoccupazione nei Paesi più industrializzati e nei giorni scorsi l’Unione europea ha detto che sta valutando possibili azioni legali, mentre la Germania si è rivolta all’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) per verificare il rispetto delle regole internazionali.

Ieri la Segretaria Usa di Stato Hillary Clinton, durante una conferenza stampa insieme al ministro giapponese degli Esteri Seiji Maehara, ha pure invitato Pechino a chiarire la propria posizione e ha peraltro invitato tutti i Paesi a cercare nuove fonti dei minerali. E’ probabile che il problema sarà anche affrontato nella prossima riunione del G 20.

Negli ultimi 20 anni questo settore è stato poco curato, poiché la produzione cinese ha coperto il fabbisogno mondiale a prezzi contenuti. Ma il balzo dei prezzi, cresciuti di circa 10 volte nel 2010, e la preoccupazione per una possibile improvvisa mancanza, ha già provocato nuove ricerche e progetti di sfruttamento minerario.

Peraltro esperti osservano che la Cina finora ha ceduto tali minerali a prezzo molto economico, cosa che ha portato all’abbandono della loro estrazione in altri Paesi, che ora potrà riprendere.

Da parte sua, Zhu ha insistito che “la Cina ha esercitato la normale gestione dello sfruttamento, produzione ed esportazione delle terre rare, anche in linea con le regole dell’Omc”, facendo capire l’intenzione di Pechino di mantenere l’attuale posizione.  

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